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lunedì 9 luglio 2018

Review: Harry Potter e il Calice di Fuoco

Harry Potter e il Calice di Fuoco Harry Potter e il Calice di Fuoco by J.K. Rowling
My rating: 3 of 5 stars

Harry Potter e il Calice di Fuoco / commento
⭐️⭐️⭐️ (3/5)

Uno stile di fare una serie di qualche tempo fa, anche se qualcuno non avesse letto i libri precedenti potrebbe lo stesso leggersi questo grazie ai continui riassunti che si trovano soprattutto nella parte iniziale che ci informa su quello che è successo, a grandi linee, però in modo molto preciso, descrivendoci Harry e le sue particolarità. Le serie di questi tempi invece cominciano all’improvviso come se i libri fossero stati tagliati a metà.

Ho riscontrato un paio di cose che indicano che i film precedenti hanno preso idee dai libri successivi.

L’orologio che Harry vede nella tana in questo libro (2000), quello che segna l’esatta posizione dei Weasley è quello che nel secondo film (2002) vede dopo che viene portato via dai suoi zii con la macchina volante.
Nel libro numero due (1998) la scrittrice ci aveva detto che nella tana invece c’era un orologio che indicava cosa bisognava fare come per esempio andare da una parte o dall’altra, fare una cosa o un’altra.

In questo libro (2000) Hagrid per impressionare Maxime indossa una cravatta a quadri giallo e arancio che assomiglia un po’ a quella che nel film numero tre (2004) si vedeva indossare dopo essere stato al processo per il suo ippogrifo.
Quindi chi ha scritto la sceneggiatura ha guardato avanti, ha preso idee future.
Comunque mi chiedo se la scrittrice riesca ad essere sempre in grado di isolare la sua idea iniziale e quindi la sua visione privata da quella pubblica che è stata offerta dal cinema. Possibile che lei adesso riesca a vedere ogni personaggio come era nella sua mente senza farsi influenzare dagli attori? Secondo me no.

Questo libro si prende solo tre stelle, purtroppo ci sono delle cose che mi hanno annoiato a morte ma che poi sono state pareggiate dal finale con l’ascesa al potere del signore oscuro.
Le cose che secondo me non dovevano essere scritte riguardano tutta quella parte degli innamoramenti e il ballo.
Ho davvero odiato Ron e Hermione e il loro battibeccarsi, Harry che improvvisamente è innamorato di Cho. Ma perché? Patetico colpo di fulmine? Non penso proprio dato che Cho poi viene lasciata da parte e lui si prende quella scema di Ginny.
Il ballo. Perché? Perché? Qui siamo proprio ai livelli dei film americani, no dai. Il ballo che poi ha generato la necessità di formare le coppie e tutta quella parte degli innamorati che stanno in giardino… Addirittura Hagrid che si innamora! Io l’ho trovato fuori luogo e sento davvero lo zampino di un editore che ha detto “ci devono essere delle storie d’amore” o forse è cambiato qualcosa nella mentalità della scrittrice che l’ha portata a rovinare il trio perché se ci metti l’amore di mezzo viene fuori un casino. Dai libri precedenti nessuno si sarebbe mai immaginato che Hermione si innamorava di Ron e infatti non ha il minimo senso e quindi perché adesso è disperata se lui non le ha chiesto di andare al ballo? Magari si poteva fare una festa ma poi risultava sempre fuori luogo, per me è risultata la parte più noiosa del libro.
Addirittura Fleur che passa e vede Bill e ha un colpo di fulmine. Sembra troppo facile, viene preparato di nuovo il terreno per relazioni future, uno passa vede l’altro con cui si metterà il libro dopo e se ne innamora all’istante. Ma dov’è la backstory? Possibile che non c’è mai?



Questo libro è diverso dal precedente che sembrava più una treccia questo invece è fatto da tanti blocchi messi insieme: la partita iniziale, le tre prove, gli innamoramenti, gli elfi, la giornalista, e infine finalmente il cattivo. Sembra un muro fatto di tante cose impilate una sopra le altre e che magari togliendone una non succede niente alle altre. Per esempio tutta quella faccenda degli elfi nel film non c’è per niente e nessuno nota una grave carenza.

Questo libro raggiunge la bellezza di 620 pagine, sono tantissime, va bene che succedono tantissime cose in alcuni punti ma secondo me diventa spesso un po’ prolisso, anche se mai noioso. È troppo pieno di eventi, come dicevo prima alcuni mattoni non servono a niente. Anche la coppa del mondo di Quidditch iniziale, quella parte rallenta troppo l’ingresso a scuola. C’è da dire poi che siamo alla quarta ripetizione, è la quarta volta che Harry arrivo a scuola quindi le cose rischiano di diventare ripetitive perché gira e rigira alla fine le lezioni sono quelle, i professori sono quelli, ci si può annoiare ed ecco perché molto ingegnosa la scrittrice ha fatto arrivare le altre due scuole. Questa sinceramente è una cosa interessante anche se ha fatto aumentare esponenzialmente il livello delle persone presenti nelle scene perché se prima c’era una scuola adesso ce ne sono tre quindi raggiungiamo le migliaia di persone ed è davvero difficile farli muovere tutti soprattutto se consideriamo sempre soliti tre.
Ho trovato alquanto strano che venga fermato il Quidditch, mi sembra strano che una squadra fermi gli allenamenti per un anno, dopo tutto lo sport è fatto solo di allenamento e le prove della coppa Tremaghi prendevano solo tre giorni tutto l’anno di tre persone. Altra cosa che non mi spiana: che cosa facevano gli studenti delle altre due scuole durante tutto l’anno? Non è stato detto che frequentavano le lezioni così facendo buttavano via un anno dato che comunque gli studenti di Hogwarts continuavano a studiare.

Moody è davvero “vivo” e ben costruito e soprattutto il colpo di scena finale azzeccato, non era lui. Piton viene un po’ messo da parte anche se ogni volta che viene nominato e fa qualcosa rivela la sua importanza come se fosse una delle colonne portanti solo che non viene a mio avviso analizzato abbastanza in questo volume, sempre a causa dell’enorme quantità di scene e persone da gestire.

Anche Malfoy risente di questo sovraffollamento e non è più così tanto il nemico scolastico di Harry e anche i suoi atti di bullismo sono molto blandi, alla fine fa solo una spilla che lo prende in giro. Eppure sia lui che il padre sono molto affascinanti perché hanno una backstory e tutti si chiedono se sia vero che siano collegati o no al signor oscuro.
Mi è piaciuto Ron geloso della fama di Harry in confronto al suo essere nessuno, ma doveva durare di più. È finita subito una situazione difficile che però generava una piccola diversità nella routine della serie di libri.
La parte migliore: da quando Cedric e Harry toccano la coppa e vengono portati al cimitero. Si comincia a ragionare, abbandonando le routine e i cliché.
Se fino a quel punto avevo dei dubbi sulla trama di questo volume e mi chiedevo se la scrittrice stava forse perdendo tutto quel genio che aveva dimostrato nel libro precedente qui mi sono detta attenzione, forse ci siamo. Voldemort è il personaggio più forte, più forte di Harry, più interessante di tutti. Il potere che ha, il potere che aveva e che nonostante tutto è riuscito a conservare per 13 anni nel silenzio lo rendono mitico, una leggenda, non ha ancora fatto niente da quando Harry lo conosce e da quando noi leggiamo ma ha una fama. La soggezione che crea in tutti, il suo preciso parlare, tutto lo rendono affascinante. Non posso negarlo con il cappello in testa io sarei voluta andare con i Serpeverde, proprio come Piton anch’io ho una dedizione verso la magia oscura. Letteralmente? Certo. Comunque tutta la scena al cimitero è un’opera d’arte che si evolve in un crescendo partendo dall’incantesimo con il calderone per farlo ritornare in vita. I mangiamorte che compaiono con le loro maschere e loro cappucci guarniscono di oscurità il duello, il primo duello tra protagonista e antagonista. Tutto perfetto anche l’omicidio del povero Cedric. Devo dire che mi piaceva e il film me lo me lo ha reso anche più piacevole (Pattinson sembra perfetto), forse era meglio se ci andava giù pesante e uccideva qualcuno un po’ più importante per Harry come Ginny per esempio. Infatti Cedric è stato inserito solo per essere ucciso così che da una parte abbiamo lo shock per l’omicidio ma dall’altra non ci sconvolgiamo più di tanto perché tutti i personaggi sono sani salvi. È una tecnica, va bene. Ora possiamo dire che siamo arrivati al punto di svolta, Voldemort è tornato e ci si aspetta che i libri diventano molto più oscuri. I cattivi finalmente hanno preso forma e diventano molto più amabili dei buoni che sono a volte noiosi, addirittura cominciano ad innamorarsi gli uni con gli altri. Poi i buoni ci sono solo per via dei cattivi mentre i cattivi si fanno le loro azioni perché le vogliono fare, Voldemort crea morte e distruzione per avere il potere mentre Harry vuole solo contrastarlo effettivamente perché?
Tutto ciò mi porta a pensare che Harry è uno dei personaggi più deboli, la sua semplicità lo rende meno caratterizzato di tutti quelli che gli stanno intorno, Hermione la studiosa, Ron il povero amico, ogni professore, tutti hanno una forte personalità, degli obiettivi e delle emozioni proprie. Harry ha solo la sua lotta contro il cattivo, non riesco ad affezionarmi a lui. Da questo libro in poi non farò altro che fare il tifo per Voldemort sapendo che purtroppo è destinato a fallire e lo so non solo perché ho letto gli altri libri ma perché tutto nella trama è disposto in modo che i buoni possano vincere, qualsiasi cosa è stata strutturata per la vittoria del bene, per la distruzione completa del male che ci è stato presentato con dei flashback fino ad ora ma che ci travolgerà in tutta la sua potenza.
Colpi di genio: le maledizioni senza perdono, i cavalli che bevono solo whisky di malto, il marchio nero, la passaporta.


Le maledizioni senza perdono, per far fare a qualcuno quello che vuoi, per torturarlo, per ucciderlo. Buona lezione eccezionale, se voluta stare seduta tra i banchi ad ascoltarla. Geniale in tutte le sue parti con il culmine con l’anatema ti uccide, Avada Kedavra, chi non vorrebbe saperlo fare?

I cavalli volanti giganti della scuola Beauxbatons Che vivono soltanto whisky di malto, in una riga la scrittrice ti ho fatto sorridere in più ci ha fatto innamorare di questi cavalli stupendi e particolari.

Il marchio Nero tatuato sull’avambraccio di tutti seguaci di Voldemort e che hanno anche Karkaroff e Piton. Ecco che la storia precedente si fa sempre più interessante e due professori che silente ha colto nella sua scuola si rivelano essere stati fedeli di Voldemort. Che cosa è successo?

La passaporta, presentata all’inizio per andare alla partita e alla fine per andare al cimitero una prima volta per andare a divertirsi è una seconda per uno scontro contro il signor oscuro, anche qui un inchino, struttura perfetta e idee geniali, non c’è altro da dire.

Come libro diciamo che è quello della svolta, finalmente abbiamo il cattivo in carne ed ossa in tutta la sua potenza e ora le cose si faranno più difficili per i buoni a cui forse JKR non sapeva neanche cos’altro far fare. Un libro che rimane comunque sempre nella storia perché fa parte della saga e ne è indispensabile, un livello di fantasia e genialità che non potrà mai più essere eguagliato dalla scrittrice ma che può ritenersi più che soddisfatta, ha creato un mito e un mondo in cui (tutti) molti vorrebbero rifugiarsi.
La natura oscura di alcuni però porta una domanda: Cara Rowling saresti stata in grado di creare un finale alternativo in cui vinceva Voldemort?
(No?)

“aliena”/

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