Cassandra
Titolo originale: Kassandra
Autore: Christa Wolf
Traduttore: Anita Raja
Prima edizione originale: 1983
Prima edizione italiana: 1984
Lingua originale: tedesco
Riassunto
Cassandra si trova prigioniera sulla nave diretta a Micene con i figli gemelli, Marpessa e Agamennone.
La nave è in mezzo alla tempesta e Marpessa si vuole lasciare andare ai flutti portando con se i figli di Cassandra.
Cassandra ripensa a quando parlava con Mirina , parlavano di Enea che se n’era andato lasciandola indietro e anche di Pentesilea della quale era gelosa ma che poi era caduta.
Mirina viene uccisa dai greci che escono dal cavallo di Troia, Cassandra viene risparmiata perché ritenuta pazza e viene portata via in una nave insieme alle altre Troiane, la conducono con un carro fino in cima alla collina a Micene.
Agamennone la prende dal gruppo delle Troiane e le dice di fare in modo che Poseidone blocchi la tempesta.
Ecube la madre di Cassandra era su un’altra nave con Odisseo verso altri lidi.
Priamo è il padre di Cassandra
Pantoo è il sacerdote greco che la consacrò a sacerdotessa anche se preferiva Polissena, la sorella di Cassandra.
Enea conosce Cassandra durante il suo rito di iniziazione a sacerdotessa
Partena la nutrice se ne va in quando ormai non ha più bisogno di lei e le lascia in servizio sua figlia Marpessa.
Cassandra una notte sogna Apollo che le da il dono della veggenza ma poi lei lo respinge e lui le sputa in bocca. Se sogni che il dio Apollo ti sputa in bocca hai il dono di predire il futuro ma nessuno ti crederà.
Cassandra diviene una sacerdotessa e predisse infatti la fine di Troia.
Polissena la sorella l’ha sempre invidiatoa per non essere diventata lei stessa una sacerdotessa al posto di Cassandra.
Cassandra pensa che Polissena non aveva bisogno di diventare sacerdotessa, lei era amata da tutti gli uomini e anche da alcune donne come Marpessa. Polissena era l’unica delle figlie di Priamo ad avere i capelli chiari e forse per questo Priamo non la poteva ritenere la sua preferita.
Pantoo non apprezzava Cassandra ma la guidò nell’arte del sacerdozio che Cassandra svolse.
Eleno era il gemello di Cassandra era stato eletto portavoce dell’oracolo, con un iniziale invidia di lei. Era lui che diceva alla gente accorsa davanti al sacrificio come sarebbe andato il raccolto o come sarebbe stato il tempo.
Anchise padre di Enea racconta a Cassandra che lo zio Lampo scelto da Priamo o forse da Calcante il veggente era stato mandato in Grecia con la prima nave con anche troppo ricchi doni per l’oracolo di Delfi Pizia. Pantoo lo aveva visto ed era voluto tornare indietro con lui.
Il fratello di Cassandra Ettore le dice invece che Lampo era stato mandato per sapere dall’oracolo Pizia se c’era una maledizione su Troia, però si era fatto prendere dalla passione per Pantoo dimenticandosi di interrogare l’oracolo.
Quando Cassandra era piccola il giovane Pantoo alla porta Scea di Troia aveva deciso che Apollo non voleva più sacrifici di giovani fanciulli. Proprio davanti a quella porta poi i greci tentarono di espugnare Troia.
La seconda nave parte quando Priamo vuole andare a riprendersi sua sorella Esiona tenuta prigioniera a Sparta da Telamone che però l’aveva fatta regina. Sulla nave parte Anchise che tornerà vecchio e Calcante il veggente che non tornerà affatto.
Quando la nave torna senza Esiona e senza il veggente tutti cittadini sono delusi. Enea racconta a Cassandra che Anchise suo padre ovviamente sapeva com’era andata essendo stato lì, Calcante non era voluto tornare in quanto aveva paura di essere ritenuto responsabile del fallimento della missione. Prima di partire il re aveva preteso un una profezia favorevole che però non si era però manifestata. In quel momento con una voce che non è la sua Cassandra dice ad Enea che l’aveva sempre saputo che non ce l'avrebbero fatta e poi ha una crisi perde il controllo degli arti e di se stessa.
Esaco era il fratello preferito di Cassandra, la cui madre era Arisbe.
Asterope era la giovane moglie di Esaco e quando morì di parto Esaco si suicidò gettandosi in mare. Quando dei flutti Calcante vede una strolaga disse che quello era Esaco che si era trasformato. Cassandra non voleva crederci.
Merope, interprete dei sogni ascolta Cassandra raccontare quello che ho sognato: il figlio morto di Esaco cresceva e lei e non volendolo dare alla luce lo vomitava sotto forma di rospo. Merope dice a Ecube di tenere lontano da Cassandra tutti gli uomini simili ad Esaco.
Durante la preparazione della terza nave Cassandra sta per essere consacrata a sacerdotessa ma sarebbe voluta partire anche lei perché con quella nave Enea avrebbe accompagnato il padre Anchise.
Durante i giochi commemorativi in onore di un fratello senza nome morto troppo presto compare uno straniero che li vince tutti così che Ettore e Deifobo
lo stanno per uccidere perché lo straniero aveva violato una legge che forse non sapeva: la graduatoria era fissata, non avrebbe dovuto vincere. Ad un certo punto un vecchio dice che quello era il figlio del re Priamo che ferma Ettore e Deifobo.
Si chiama Paride che vuol dire borsa riferito alla sacca in cui lo portava in giro per le montagne.
Marpessa si reca insieme a Cassandra nelle grotte lungo il fiume Scamandro dove vivono tra gli altri poveri anche le tre allevatrici vecchissime che si erano occupate di tutti i 19 figli di Ecube. Le tre vecchie erano accudite dalla bellissima Enone e rimangono in silenzio quando Cassandra vuole sapere che era successo a Paride. Poi una delle tre vecchie le nomina Esaco. Continuando ad indagare Cassandra trova il nome di Arisbe, la madre di Esaco. Un giorno al mercato Cassandra incontra la figlia di Calcante il veggente dimenticato, Briseide che vende tessuti e le da una dritta, la indirizza a un’altra bancarella dive Arisbe sta vendendo dei vasi. Cassandra si avvicina ma Arisbe le dice di incontrarla nella sua capanna sul monte Ida. Una volta sole Arisbe racconta che suo figlio Esaco aveva sognato che su quel fanciullo Paride che stava per nascere incombeva una maledizione.
Anche Ecube aveva avuto un incubo prima di darlo alla luce, aveva sognato di partorire un pezzo di legno dal quale fuoriuscivano dei serpenti infuocati. Calcante lo avevo interpretato come un segno premonitore di una disgrazia che quel bambino avrebbe dato fuoco a tutta Troia. Ecuba ne parla anche con Arisbe che le dice che quel sogno significava solo che la dea dei serpenti avrebbe ripristinato il suo potere.
Priamo avevo ordinato a un pastore di prendere quel neonato e di ucciderlo ma questo l’aveva risparmiato portado come prova la lingua di un cane invece che quella del piccolo. Cassandra non riesce a capire come il padre ci abbia potuto credere.
Viene annunciato l’arrivo di Menelao, il re di Sparta che stava arrivando per fare dei sacrifici ai loro altari per scongiurare l’arrivo della peste.
Durante la guerra quando i greci erano già appostati intorno a Troia le donne passavo molto tempo alle pendici del monte Ida in quella caverne fuori dal palazzo, stavano anche al mercato dove incontravano i greci che venivano a comprare delle cose. Qui Cassandra incontra anche Agamennone.
Priamo non vuole che nessuno sapesse che Agamennone aveva sacrificato la sua figlia Efigenia ad Artemide prima di partire con la nave verso Troia. E proprio di quella figlia Cassandra chiede ad Agamennone sulla nave in cui lei è prigioniera. Agamennone lei dice che lui non l’avrebbe voluta sacrificare ma che glielo aveva consigliato Calcante e che tutti gli altri principi volevano che fosse fatto.
Eumelo ufficiale della guardia di palazzo aveva detto a Priamo che Menelao non era un ospite gradito ma un potenziale nemico, una spia. Il giorno del banchetto che celebrava la vigilia della partenza di Menelao si celebrava anche la vigilia della partenza della terza nave.
Triolo fratello di Cassandra siede con la sua Briseide, sono la coppia del momento.
Enone dice a Cassandra di essere innamorata di Paride e questo però aveva in testa solo una certa Elena in quanto Venere gli aveva detto che quella era la sua donna anche se ancora non la conosceva. Durante il banchetto Paride dice che se nessuno fosse stato in grado di riportare a casa la sorella del re ci avrebbe pensato lui e se non ci fosse riuscito si sarebbe preso una donna ancora più bella, Elena. In quel momento Cassandra ha una visione, una voce dice che non si deve partire quella nave dopo di che sprofonda in un periodo di totale pazzia.
Quando Cassandra torna in sé trova tutte le usanze del palazzo e quelle del tempio estranee, non le riconosce più.
Prima del ritorno della terza nave i greci erano già malvisti in città, anche Briseide era malvista così che si era offerta di lasciare Triolo ma lui aveva rifiutato.
Eumelo non fa avvicinare nessuno all’approdo della nave quando arriva, scende Anchise ma Paride non è tornato, non era riuscito a liberare la sorella del re allora aveva rapito la consorte di Menelao e stava tornando a Troia per altre vie. Priamo si ritiene vendicato e dopo alcuni mesi con una nave egizia Paride torna con la bella Elena suscitando la gelosia di Cassandra e anche quella di Enone. Nel frattempo Enea non si avvicina più a Cassandra.
Menelao rivuole la sua consorte e sarà questa la causa della guerra che durerà 10 anni, cause che fu ben presto dimenticata.
Cassandra scopre poi da Paride che Elena non c’è, non è mai arrivata a Troia, l’aveva presa il re egiziano e ora il popolo credeva in un fantasma e per questo avrebbe combattuto ma Priamo e Eumelo non vogliono che Cassandra sveli il segreto.
Cassandra capisce poi che la guerra sarebbe stata persa ma dato che nessuno vuole che dica niente cade in un mutismo fino alla primavera in cui comincia la guerra.
Troilo è tra i primi Troiani ad essere mandato in prima linea i primi che verranno spazzati via dei greci che fanno arrivare sulla spiaggia Achille. Troilo e Achille combattono e quando questo sta per vincere Troilo fugge ferito, raggiunge il tempio di Apollo in cui Cassandra stava osservando tutta la scena. Achille lo segue e lo uccide senza pietà. Enea passa e dice a Cassandra che sta fuggendo per nascondersi e se ne va. Cassandra continua a dire al padre di smettere con quella guerra e per questo viene ritenuta pazza e allontanata dal consiglio.
Calcante aveva un tempo annunciato il responso dell'oracolo che diceva che Troia avrebbe vinto solo se Troilo avesse compiuto vent’anni. Ma i Troilo ne aveva 17 quando Achille lo uccise e allora Pantoo d’accordo con Eumelo consigliono a Priamo di stabilire una legge secondo la quale Troilo aveva vent’anni alla morte.
Per salvare Cassandra dall’accusa di pazzia e dalla prigione Priamo la costringe ad sposare Euripilo cosa che comunque andava contro lli leggo di Troia secondo le quali non si poteva obbligare una donna libera a sposare qualcuno.
Briseide chiede a Priamo di tornare da suo padre Calcante allora Cassandra con alcuni fratelli e alcuni soldati disarmati raggiunge il campo greco e incontrano Calcante che le fa capire che i greci sanno benissimo che i Troiani non hanno Elena. Poi le racconta che aveva promesso a sua figlia ad Achille. Achille si pensava fosse figlio di una dea Teti e aveva fatto di tutto affinché questa voce circolasse e non fosse contraddetta. Quando Odisseo e Menelao in vista della guerra stavano cercando alleati tra i greci arrivarono ad Achille e la madre dea o no disse che Achille non era lì. Odisseo seguendo il suo intuito lo trova a letto con un altro ragazzo e siccome lui aveva cercato di fingersi pazzo per sfuggire alla guerra e non c’era riuscito fa in modo che anche Achille venisse arruolato. Durante la guerra Achille sterminava i nemici ma poi infastidiva tutti al campo sia i maschi che le femmine.
Dopo l’assedio delle campagne circostanti Troia Enea torna in città con grande felicità di Cassandra che riesce anche ad incontrarlo poi però è costretto ad andarsene di nuovo in quanto non poteva vivere nella stessa città in cui c'era Eumelo.
Eleno e il sacerdote del tempio di Poseidone divulgano responsi degli oracoli poco credibili sulla vittoria di Troia e quando Cassandra se ne lamenta Eleno le conferma che gli oracoli venivano sempre commissionati dalla casa reale e dal tempio. Eleno però al contrario di Pantoo era convinto di quello che ci si aspettava che dicesse ovvero che i greci non avrebbero mai vinto.
Eumelo sapeva che tra i figli del re ce n’erano altri più adatti di Ettore per guidare la battaglia ma lui voleva colpire la regina portandole via il suo figlio prediletto.
Ecuba e Anchise stringono amicizia quando lei viene esclusa da Eumelo dal consiglio del re, la guerra non era più una cosa per donne dice.
Anchise è abile nell'intagliare il legno e tutti quelli che andavano da lui e ricevevano una sua statuina potevano essere considerati amici così che quando i greci uccisero tutte le amazzoni Mirina e alcune sue sorelle trovando rifugio in quelle case in cui si trovava una statuetta di Anchise.
Durante la guerra molti vanno da Cassandra per poter interpretare i propri sogni e ci va anche Polissena con la quale non si parlavano da tempo. Cassandra non riusciva a sopportarla con la sua bellezza che ispirava il sorriso in tutti. Polissena le dice che sognava Andro, il primo ufficiale di Eumelo. Se ne era innamorata anche se era un uomo sgradevole e Cassandra non le dice niente così che presto iniziano una relazione. Poi i sogni di Polissena cambiano e sogna sempre il re Priamo che è violento con lei. Cassandra l’aiuta a non dire niente.
Passano i giorni e nonostante Cassandra sapeva che la guerra sarebbe stata persa i greci non attaccano Troia ma altre isole rimanendo sempre nel mare di fronte. Cassandra non crede più, ha perso la fede negli dei e solo Pantoo se ne è accorto.
Un altro fratello di Cassandra Licaone viene fatto prigioniero da Achille venduto poi al re di Lemmo in cambio di un prezioso vaso di bronzo. Dopo questo la vita a Troia diventa ancora più difficile sempre per ordine di Eumelo. Cassandra osservava i Troiani diventare sempre più simili ai greci. Un giorno mentre i soldati Troiani erano mescolati tra i mercanti lei incontrò Agamennone e lui le disse che assomigliava a sua figlia e così le regalò un gioiello uguale a quello che portava al collo anche Clitennestra sulla via di Micene.
Un giorno Ecube e Polissena vanno al tempio di Apollo e incontrano Cassandra, portano dei frutti per un sacrificio, vogliono scongiurare quella gravidanza che Polissena teme, di Andro. In quel momento arriva Achille (il tempio era aperto anche ai greci) che la vede e se ne innamora subito. Cassandra ha una visione: Polissena è ormai perduta ma Erofila l’anziana sacerdotessa del tempio le dice che quello non è il momento di avere visioni.
Pantoo fa sapere ad Ettore che Achille è interessato ad avere Polissena allora Ettore d’accordo con Paride propone uno scambio ad Achille proprio lì nel tempio e Cassandra lo ascolta nascosta: Achille avrebbe avuto Polissena solo se avesse consegnato i piani del campo greco. Achille dice che ci deve pensare ma che vuole vedere Polissena sulle mura. Dopo averla vista sulla mura Achille accetta lo scambio e si ritira dalla guerra.
Cassandra passa spesso da Anchise in cui si ritrovano le schiave Troiane e greche e proprio da loro si era saputo che la peste aveva attaccato l'accampamento greco e Calcante per indennizzare Agamennone aveva detto che aveva bisogno di una schiava ovvero di Briseide che fu per questo strappata ad Achille che l’aveva usata fino a quel momento e poi fu mess in una tenda di Agamennone ma l’unico che le faceva visita era suo padre.
Ettore si scontra con il greco Aiace e si scambiano le armi cosicché Ettore sarà trascinato da Achille con quel cinturone che gli aveva dato Aiace e Aiace si sarebbe suicidato con la spada che gli aveva dato Ettore.
Le schiave greche raccontarono sempre ad Anchise che quando i Troiani uccisero Patroclo, l’amico di Achille, questo si infuriò così tanto che Agamennone per tenerlo buono gli diede di nuovo Briseide.
Enea era presente al duello tra Achille ed Ettore e alla morte di Ettore che fu ferito e trascinato intorno alla rocca. Cassandra anche se non lo vide in virtù del fatto che era molto legata al fratello fu capace di sentirlo diventare un mucchio di carne macellata.
Priamo voleva il corpo del figlio Ettore ma Achille glielo avrebbe dato solo a peso d’oro, tanto oro quanto pesava il cadavere. Poi gli viene in mente di scambiare il cadavere di Ettore per Polissena e Priamo gli dice: ti do Polissena solo se tu convinci Menelao a rinunciare ad Elena.
Quella notte Achille brucia il corpo del suo amato Patroclo e in questa cerimonia uccide anche 12 prigionieri tra cui due figli di Ecuba e Priamo.
I Troiani allora avrebbero voluto uccidere tutti i prigionieri greci tra cui anche Pantoo ma Cassandra dice di no, salvandoli.
Enea arriva con le amazzoni guidate da Pentesilea, tra loro c’è anche Mirina.
Pentesilea e Mirina come tutte le amazzoni odiano i maschi ma sopportano Anchise e anche loro vanno a trovarlo. In quel momento una schiava di nome Cilla amica di Enone propone loro di smettere di combattere e di ritirarsi tra i monti insieme a loro. Mirina lo avrebbe anche fatto ma l’altra dice assolutamente no, meglio morire. Cassandra disprezza quella risposta e si scontra con Pentesilea che dice che preferisce morire e far morire tutte le sue amazzoni.
Mirina verrà poi salvata da Cassandra e Marpessa e altre contadine, la nascondono in una casa quando i greci stavano cercando tutte le amazzoni per sterminarle. Riescono a salvarla ma Mirina è disperata perché era stata tenuta ferma dai greci mentre Achille combatteva contro Pentesilea. Achille era stato sorpreso dal fatto che fosse una donna a combatterlo ma poi aveva dovuto atterrarla. Voleva prenderla prigioniera ma quando questa lo ferì con un pugnale fu costretto ad ucciderla e voleva ucciderla anche una seconda volta così che i greci la portarono via. Le amazzoni sopravvissute e le altre donne la portarono al tempio dove Cassandra diede inizio alla cerimonia funebre. Lo sventurato Pantoo si presentò proprio in quel momento ma Cassandra non riuscì a fermarle, lo rincorsero e lo uccisero senza pietà.
Enea porta Cassandra alle caverne dove si nascondevano le altre donne tra cui Marpessa, Arisbe, Enone, Cilla e anche Anchise. Dopo aver passato dei momenti di pace Cassandra sogna la madre che ha bisogno di lei e quindi è costretta a raggiungerla. La madre la porta nel consiglio dove insieme a Priamo e Eumelo c’erano anche i congiurati, la fanno entrare e le espongono il piano: Polissena avrebbe attirato Achille come un’esca nel tempio di Apollo. Achille sarebbe stato informato che Polissena gli veniva concessa in sposa e lui si sarebbe dovuto presentare da solo scalzo al tempio. Aveva detto a Polissena che il suo punto debole era il tallone. Paride sarebbe stato pronto nascosto insieme agli altri soldati a scoccare la freccia al suo tallone che lo avrebbe ucciso. Polissena non era presente al consiglio perché non era stata ritenuta capace di comprenderne il significato. Priamo vuole che Cassandra si dichiari a favore e che non divulghi quel piano. Cassandra sapendo che la sorella sarebbe finita male dice che non era favore e che non sarebbe stata zitta.
Così Cassandra viene rinchiusa in una specie di caverna oscura, senza luce, senza contatti. Due donne che sembrano quasi animali le danno da mangiare, pane e acqua e la scherniscono, lei che prima era gerarchicamente sopra di loro.
Andro poi un giorno le porta il cinturone di Achille segno che è stato sconfitto e che il piano ha funzionato. Quando Cassandra gli chiede della sorella Polissena lui risponde frettolosamente che si è salvata ma poi Cassandra scopre che ha perso la ragione.
Mirina viene fatta passare dalle due guardiane e porta a Cassandra un cavallino di legno fatto da Anchise, segno che poteva essere liberata. Fu portata insieme alle altre donne nelle caverne dove per molto tempo non riuscì neanche a sopportare la luce. Alcuni uomini potevano stare lì nelle caverne, quelli menomati e Anchise. A volte Enea passava ma non rimaneva mai. Le donne si scambiavano il loro sapere, impararono le une dalle altre come fare vasi e come tessere, alcune come Cilla veneravano le divinità presso una parete della grotta in cui era stata incisa l’immagine di una dea. Poterono stare così per due inverni e due primavere. Dopo la prima primavera la madre di Cassandra la viene a prendere perché Priamo la vuole dare in sposa a Euripilo così che questo metta a disposizione dell’esercito troiano le sue truppe fresche. Cassandra accetta ma dopo la prima notte di nozze Euripilo muore in campo di battaglia. Cassandra torna alle grotte incinta così che i suoi due gemelli avranno molte madri e Enea come padre.
Enone viene chiamata per assistere Paride morente che era stato ferito ma quando lei va là con il suo cesto di erbe per aiutarlo lo trova già morto, l’avevano chiamata troppo tardi. Lei l’aveva sempre amato anche quando lui l’aveva disegnata per avere molte fanciulle.
Cassandra va al funerale fratello e vede il declino sociale della sua città, riti funebri sempre più lunghi e il padre sempre più debole.
Infine i greci fingono di essersene andati, lasciano quel cavallo enorme che sembra un mostro in dono e tutti i Troiani vogliono portarlo dentro. Cassandra è l’unica a dire di no ma viene presa per matta. Allargano le mura per farlo passare, Eumelo è il removibile di fronte alle proteste preoccupate di Cassandra, è lui quel nessuno che Apollo gli aveva detto che non avrebbe creduto alle sue parole.
Mirina fu la prima a cadere, Ecuba e Cassandra cercano di nascondere Polissena ma questa urlava troppo e il suo amato Andro poi l’aveva tradita, minacciato di morte aveva rivelato la sua posizione. Aiace poi uccide Andro e aggredisce Cassandra.
Cassandra e Enea si salutano sulle mura della città, lei vuole rimanere invece lui le chiede di andare via con lui e alcuni Troiani, avrebbero fondato una nuova Troia. Cassandra dice di no deve rimanere perché lui sarebbe stato raggiunto dei greci dovendo così fare l’eroe. Cassandra getta in mare l’anello a serpente che gli aveva dato Enea e così amaramente si separano.
A questo pensa Cassandra mentre sta per essere giustiziata a Micene, con la popolazione intorno che vorrebbe anche dei responsi, con Marpessa e i gemelli li vicino.
Commento
⭐️⭐️⭐️ (3/5)
Penso che sia uno delle letture più difficile che abbia mai incontrato ma sono contenta di aver raggiunto la fine. Ammetto che dopo le prime pagine stavo per abbandonare, troppo complesso, intricato, difficile e diverso da qualsiasi altra cosa abbia mai letto. Stavo per abbandonare innanzitutto a causa della mia ignoranza, ho fatto il liceo, non ho mai avuto un’insufficienza eppure eccomi qui che non so niente di epica, niente di niente. Ma non mi si può neanche dire che me la dovrei leggere da sola, perché mai mi sarebbe venuto in mente se non la conoscevo? Perché ho visto (e presto dimenticato) il film Troy? Ebbene sì nella mia città c’è un liceo scientifico pieno di incompetenti a causa del quale mi sono trovata a maneggiare questo libro con difficoltà. Però poi mi sono detta: perché abbandonare proprio nel momento in cui mi trovo di fronte a qualcosa di nuovo? Se ogni volta che si presenta una sfida oppure una novità noi ci tiriamo indietro per paura di non riuscire ad affrontarla oppure per paura di risvegliare la mente assopita per poter assimilare concetti presentati in modo diverso, quand’è che cresciamo psicologicamente? Sono pienamente convinta che tutte le menti dalle più piccole alle più grandi possono imparare e continuare a farlo sempre basta uscire dal letargo, lo so è uno sforzo aprire un libro e leggere. Se il libro è difficile bisogna provarci e arrivare alla fine, poi magari se non si è capito niente si rilegge oppure ci si fa aiutare però bisogna sempre provarci. E io ci sono anche riuscita, sono arrivata alla fine, capendoci. Dunque dato che non sapevo niente di Epica mi sono dovuta stesso informare e grazie ad Internet e soprattutto a Wikipedia ho colmato alcune delle mie lacune mentre altre le ho dovute lasciare in quanto ricerche troppo lunghe mi avrebbero fatto perdere il ritmo e il filo del discorso. Perché il libro parte proprio dal presupposto che chi legge sa tutto quello che è successo prima e quello che sarebbe successo dopo e quello che sta succedendo in quel momento.
Sarebbe stato un vero scempio abbandonare un libro in cui alberga una tale idea, un’idea geniale perché a Christa è venuto in mente di impersonare Cassandra, un personaggio epico nel momento in cui sta per salire sul patibolo. Cassandra è stata catturata dai greci e viene portato da Agamennone a Micene (visto quante cose ho imparato, tutta storia che non sapevo) e andando verso il patibolo ripensa a tutta la sua vita, ed è come se ci trovassimo di fronte alla sua mente, anzi nella sua mente, immersi nei suoi pensieri messi qui per iscritto e proprio come sono i pensieri di tutti anche questi sono confusionari. Confusionari per chi sta fuori ma quando uno pensa quella confusione segue sempre un filo logico. È anche questa confusione il motivo per il quale stavo per abbandonare, non solo si parlavano di cose che il lettore avrebbe dovuto sapere ma venivano presentate in un modo piuttosto intricato perché questi pensieri non hanno neanche altra punteggiatura, oltre a punti e virgole, ma basta. Ma è ovvio. Quando pensate anche voi nella vostra testa non passate da un concetto all’altro senza farvi tanti problemi? Quando pensate alla conversazioni cosa vedete due punti e virgoletti ad organizzare le battute? No, è tutto così, come in questo libro. Ne risulta che a guardarle, le pagine sembrano muri di parole però come tutti i muri vanno affrontati, e scalati.
Sembra quasi un libro scritto perché se aveva la necessità di scriverlo, perché in fondo non racconta niente della scrittrice, non è una sua eroina oppure un suo personaggio che lei usa per raccontarci quello che pensa o che inventa di punto in bianco. Certo un po’ di quello che pensa Christa c’è perché ha scelto un personaggio in particolare però un personaggio già costruito e potrebbe essere quasi definita in modo moderno una fanart dell’epica. Cassandra poi è stata scelta forse proprio in virtù della sua sfortuna, lei che sapeva tutto quello che sta per succedere ma che nessuno riusciva a credere. Ho letto poi anche la postfazione (non tutta perché è un po’ troppo prolissa) che la traduttrice ha aggiunto alla fine del libro: scrive che in realtà Cassandra non aveva nessun potere ma dava questi oracoli non perché prevedeva ma perché semplicemente lei vedeva ovvero ragionava, e si disputava un po’ sul verbo tedesco sehen. Anche qui sono interpretazioni perché se vogliamo parlare di epica un po’ di soprannaturale c’è, che dire allora di Achille che prima ha detto che forse era figlio di una dea, Teti (ora ne so davvero tanto, almeno confronto a prima, perdonate la digressione). Se Christa scrive che Achille poteva essere un semidio allora la sua Cassandra deve credere un po’ al soprannaturale anche se poi dice di non credere più negli dei. Ma in realtà sono tutte storie che si basano su fatti reali. Certo Cassandra sembra essere molto lungimirante già naturalmente di suo e capace di vedere la situazione politica da un punto di vista più intelligente del padre Priamo. Cassandra guarda lontano e capisce che il suo popolo non sarebbe mai sopravvissuto a quella guerra e quindi dice al padre: attenzione… Però possiamo non credere che era stata contattata da Apollo? Perché no? L’autrice comunque parla sempre del dono del dio Apollo che poi si era infuriato perché lei non era voluta stare con lui in cambio e allora gli ha detto: tieni pure questo dono della veggenza ma poi nessuno ti crederà mai, così ti impari! Certo sono tutti dei umanizzati ma chi è che riesce ad immaginare qualcosa non umanizzato? Perché io dio della chiesa non è umano? Ma di questo non ce ne importa. E infondo non ce ne importa neanche di come Cassandra riesce a vedere, Dio o no il problema più grande è Eumelo, il capo delle guardie. Così sono gli umani che scrivono completamente il loro destino, gli dei mettono solo qualche parola. Eumelo la tiene sempre sotto controllo, è lui che fa in modo che tutto quello che dirà anche alla fine a proposito del cavallo, non venga mai preso in considerazione.
Il libro è tutto in prima persona e secondo me anche questo è sempre indice di una mente capace di immedesimarsi moltissimo nel personaggio perché solo se ti senti davvero un altro riuscirai a parlare in prima persona e a far credere di essere quello lì che impersoni. Leggendo questo libro sembrava di sentire Cassandra, sembrava di sentire tutti i suoi fantasmi, i suoi sentimenti e ricordi che erano con lei mentre andava al patibolo. Malinconia, amarezza, solo la paura non c’era. Cassandra è più che altro nostalgica ma anche rassegnata perché dopo tutto si era spesso rassegnata, la sua vita non era stata molto facile, sempre contro tutti.
Altra cosa molto complessa e dovuta sempre al fatto che sono i pensieri in prima persona di Cassandra è il fatto che la linea temporale non sia lineare ovvero non è che Cassandra comincia a pensare dall’inizio della sua vita alla fine e va dritta. No, comincia da un punto poco indietro, sulla nave da Troia a Micene, poi torna tutta indietro poi va un po’ avanti e così via. Modo narrativo che per chi è ignorante come me risulta anche più difficile perché non sapendo la storia mi sono dovuta un attimo fermare, fare mente locale e come dicevo prima sanare alcune buche. Ma ne è valsa la pena perché ne è venuta fuori una storia assurda da quanto è fantastica, e pensare che al giorno d’oggi sono tutti impazziti per il “Trono di Spade”, confronto a questo non vale (quasi?) niente. Se solo i professori riuscissero a far capire agli alunni la bellezza che certe opere antiche hanno essi aprirebbero le loro menti per scoprire quanto in realtà libri “vecchi” possono essere molto più avvincenti ed emozionanti di televisori nuovi che sputano fuori spesso cose poco innovative.
Penso che la maggior parte della difficoltà sia dato dal fatto che per esempio l’Eneide non è scritta in prosa ma cosa deve fare il professore se non aiutare gli alunni a scoprire la bellezza che si cela dietro un testo scritto difficile? Purtroppo molti ex alunni torturati dai professori finito il liceo odiano tutto quello che è stato trattato in modo inappropriato, considerandolo noioso. Ma dal libro che ho letto si evincono vicende tutto tranne che noiose!
Questo libro mi ha generato dunque un un po’ di amarezza perché quando si riconosce la propria ignoranza non è mai una bella cosa. Però il punto positivo dell’ignoranza è che può essere facilmente annullata. Vedete quanto è infima l’ignoranza? Genera sempre altra ignoranza. Avrei aumentato la mia ignoranza se di fronte a questo libro piuttosto difficile con argomenti che non conoscevo avessi accettato la mia paura iniziale: io non so niente di queste cose e quindi non le posso capire. Invece ora conosco una scrittrice nuova, conosco un modo di scrittura geniale, conosco tutte quelle storie epiche di ero all’oscuro e ho incontrato anche Cassandra nuotando nella sua mente.
Dunque tutto ciò per dire leggete questo libro ma leggete anche, leggete quello che volete voi e non quello che vi dice la pubblicità, la pubblicità è come Eumelo, ha paura delle menti che escono dal gregge.
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