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martedì 6 novembre 2018

Millennium - Quello che non uccide - recensione

Millennium - Quello che non uccide

 

  • Titolo originale    The Girl in the Spider's Web

  • Lingua originale    inglese

  • Paese di produzione    Stati Uniti d'America, Regno Unito, Germania, Svezia, Canada

  • Anno    2018

  • Regia    Fede Álvarez

  • Soggetto    dal romanzo di David Lagercrantz

  • Personaggi creati da Stieg Larsson

  • Produttore    Eli Bush, Elizabeth Cantillon, Berna Levin, Amy Pascal, Scott Rudin, Søren Stærmose, Ole Søndberg

  • Produttore esecutivo    Robert J. Dohrmann, Anni Faurbye Fernandez, David Fincher, Line Winther Skyum Funch, Johannes Jensen

  • Casa di produzione    The Cantillon Company, Metro-Goldwyn-Mayer, Scott Rudin Productions, Sony Pictures Entertainment, Yellow Bird

  • Distribuzione (Italia)    Warner Bros.

 

Cast

  • Claire Foy: Lisbeth Salander

  • Sverrir Gudnason: Mikael Blomkvist

  • Lakeith Stanfield: Edwin Neeham

  • Sylvia Hoeks: Camilla Salander

  • Stephen Merchant: Frans Balder

  • Vicky Krieps: Erika Berger

  • Claes Bang: Jan Holster

  • Synnøve Macody Lund: Gabriella Grane

 

Riassunto

 

Le piccole Lisbeth e Camilla stanno giocando a scacchi quando il padre le chiama, vuole giocare con loro. Lisbeth decide di fuggire perché non ne può più di quella vita, spalanca la finestra e sta saltare quando chiede alla sorella di venire con lei ma Camilla si nasconde dietro al padre. Allora Lisbeth si getta di sotto, la neve attutisce la sua caduta e fugge.

L’amministratore delegato Holden è in casa sua e sta maltrattando la moglie quando improvvisamente Lisbeth irrompe nell'abitazione, la lega e lo minaccia, se avesse perseguitato di nuovo sua moglie Lisbeth avrebbe diffuso un video molto compromettente, di un incontro di Holden avuto con un uomo d'affari. Lisbeth dice poi alla donna di prendere la figlia e fuggire. Prima di andarsene Lisbeth punzecchia Holden con un teaser.

Più tardi Lisbeth se ne va in una rumorosa e squallida discoteca dove se ne sta in disparte.

Mikael alla redazione del Millennium parla con Erica che vuole che scriva qualcosa. Da quando Lisbeth se ne è andata lui non riesce più a scrivere.

Lisbeth si incontra con la sua amica Maria che trova una foto di lei e sua sorella da piccole. Lisbeth dice che la sorella si era suicidata e che era una psicopatica come il padre. Non prova nessun sentimento per loro.

Arriva una richiesta di lavoro da Plague: si tratta di un certo Balder, vuole che Lisbeth rubi un file che lui aveva creato. 
Lisbeth incontra Frans Balder in un museo, suo figlio August è con lui. 
Frans le spiega come stanno le cose: si tratta di un'applicazione che permette l'accesso agli arsenali delle varie nazioni e quindi ha un grande potenziale. Balder l'aveva dato agli americani e ora si trovava all'agenzia della sicurezza Nazionale. 

Una volta a casa Lisbeth  si introduce con facilità nel sistema della National Securety agency americana e comincia a scaricarlo con l’intento di rubarlo dai loro server. L’agente Edwin Neeham si accorge del trasferimento ma non riesce a fermarla così che Lisbeth ha nel suo computer l'applicazione. Edwin riesce a localizzarla, dopo aver visto che si trova Stoccolma prende subito l'aereo.

Lisbeth ha l'applicazione “Firefall” sul desktop  e prova ad aprirla ma all’avvio vengono poste strane domande alle quali non sa rispondere, è un programma blindato e evidentemente solo Balder poteva avviarla.

Più tardi mentre si sta facendo un bagno Lisbeth sogna la sorella Camilla e in quel momento un uomo entra nella sua casa. Cercano di prenderla ma Lisbeth si chiude in una stanza blindata e grazie alla telecamera interna della casa vede che le hanno rubato il computer. Esce per controllare la situazione ma ben presto si accorge all'ultimo minuto che c’è una bomba che sta per esplodere. Si tuffa nella vasca e riesce a sopravvivere anche se si procura una brutta ferita alla spalla. Quando il fuoco è ormai spento si riguarda le registrazioni delle webcam che aveva sparse per casa. Ferma il fotogramma  sull'uomo che aveva guidato gli altri e gli fa una foto. 

Quando esca dalla sua casa la polizia si è riunita ti di fronte ma Lisbeth riesce a fuggire con la sua motocicletta passando sopra il lago ghiacciato.
Tutto questo ha fatto in modo che Lisbeth non potesse recarsi all’appuntamento con Balder per consegnargli il programma così che questo comincia a pensare di aver fatto male a fidarsi di lei.

Al quartier generale del servizio di sicurezza svedese il vice direttore
Gabrilla Grane parla con Balder e le conferma che  Lisbeth è veramente una persona pericolosa come pensa e che quindi non può assolutamente fidarsi di lei.

Lisbeth incontra Mikael e gli chiede aiuto. Gli dice che ha dovuto prendere quel programma e le sue potenzialità e gli spiega la situazione ma lui sembra più sconvolto dal fatto che dopo tre anni la rivede. Lei gli manda sul cellulare la foto dell’uomo misterioso entrato nella sua casa e gli chiede di cercarlo.

Nel frattempo l’agente della sicurezza nazionale americana Edwin Neeham arriva e viene subito accolto dalla Grane che per quanto stanno cercando la stessa persona ovvero  Lisbeth, lei non lo vuole tra i piedi e gli intima di non fare assolutamente niente che non sia una gita turistica altrimenti l'avrebbe rispedito in America.

 Lisbeth va dal suo amico Plague e con della colla si cura la ferita. Gli lascia la sua lucertola e va a fissare una telecamera davanti all’edificio  dove la polizia stava nascondendo Balder e il figlio. Poi si prende un appartamento li vicino e lo tiene costantemente sotto controllo, certa del fatto che quelli che gli hanno rubato l'applicazione nel momento in cui capiranno che il programma è blindato si sarebbero precipitati da lui per aprirlo.

Mikael osserva la foto dell’uomo che ha rubato il programma e nota un tatuaggio a forma di ragno che ha sul collo. Seguendo quella pista trovo il direttore di una sala giochi, un certo Milos che ha lo stesso tatuaggio. Questo gli dice che non si tratta di un tatuaggio ma di una cicatrice fatta sotto tortura, un marchio, che sanciva l'appartenenza a un gruppo denominato gli Spiders tra i quali c’era un certo otravitel’, il cui nome Mikael si segna dietro la foto.
A casa Mikael è ossessionato dalla sua ricerca e Erika da lui gli fa notare come otravitel' in russo significhi avvelenatore. Mikael capisce quindi che si tratta della malavita russa e risale a un certo Holster.

Neeham passa a casa di Lisbeth e trova un indizio che lo porta alla sua amica Maria. La trova in discoteca e le chiede come trovarla ma lei era già d'accordo con Lisbeth lo ingannano: falsa pista.

Nel frattempo Holster arriva da Balder, uccide tutti i poliziotti di guardia e entra nell’appartamento. Lisbeth lo vede con la telecamera e accorre, entra anche lei e lo aggradisce ma Holster riesce a metterla ko iniettandole qualcosa che la stordisce. Quando Lisbeth non riesce più a muoversi Holster le prende la mano e fa in modo che sia lei a premere il grilletto che ucciderà Balder. Holster se ne va prendendo il piccolo August. 

Lisbeth lentamente riprende il controllo del suo corpo e usando l'auto dei due poliziotti morti che erano di guardia si connette all'auto di Holster, lo traccia e riesce a raggiungerlo, a fermarlo e a prendere August. Prima di andarsene Lisbeth vede Camilla.
La prima cosa che fanno è cambiare macchina, ne rubano una in un parcheggio sotterraneo. Raggiungono una specie di osservatorio abbandonato in periferia al cui interno si rifugiano. Lisbeth riesci a farsi dire da August come sbloccare programma, ha capito che è lui quello che può farlo, non il padre, August le dice che il programma funziona come ragiona la sua testa. Lisbeth manda un messaggio a Mikael con le indicazioni per raggiungerla li dove si trovano. 
Mikael arriva subito e le dice quello che scoperto su Holster e Lisbeth capisce che si tratta degli ex colleghi del padre, Camilla una volta morto loro padre, ne aveva preso il posto. 
C'è tensione tra Lisbeth e Mikael ma lei con aggressività lo tiene lontano e quando stanno forse per baciarsi, gli dice che non avrebbe fatto altro che scrivere un articolo su di lei proprio come l'altra volta. 

L'unica cosa da fare è mandare August in America dalla madre e l'unico che può accompagnarlo in modo sicuro è proprio Neeham. Lisbeth si reca all'aeroporto e accede al sistema di controllo del dell'agenzia di sicurezza e riesce a liberarlo obbligandolo ad accettare la sua proposta, avrebbe riportato August in America.

Nel frattempo Holster telefona al cellulare del ragazzino usando il telefono del padre e August risponde: localizzato. Lisbeth torna alla base e non lo trova più, riesce a sua volta a localizzarlo in quanto gli aveva dato un pezzo degli scacchi fornito di GPS. Camilla e i suoi lo stanno portando alla vecchia casa, quella da cui era fuggita Lisbeth da piccola. 

Lisbeth chiama anche Plague che con Nehaam organizza una tattica offensiva che prevede innanzitutto che Lisbeth entri nell'edificio e si colleghi al sistema interno. Grazie a questo contatto Plague comincia a creare un tracciato tridimensionale di tutto l'edificio. Lisbeth viene ben presto catturata dalla sorella che le confessa che la loro cliente era proprio la Grane grazie alla quale era riuscita a rintracciare Balder. Camilla dice a Lisbeth di convincere August a sbloccare l'applicazione altrimenti avrebbero torturato e poi ucciso Mikael li prigioniero. Lisbeth convince August e l’applicazione è ora utilizzabile. Camilla però capita l'importanza dell'applicazione decide di tenerla per se e uccide la Grane. 

Camilla mette Lisbeth in una busta di plastica dalla quale aspira tutta l'aria. Le taglia uno spiraglio per farla respirare e comincia a raccontare che dopo che lei se ne è andata ha visto nel padre il mostro che era veramente e per 16 anni lo ha dovuto sopportare. Infine arrabbiata con la cera della candela chiude quello spiraglio e la lascia soffocare mentre se ne va. Nel frattempo Plague ha terminato di creare il modello 3D dell'edificio e riesce a vedere chiaramente la posizione degli uomini di Camilla e invia a Neeham l'esatta posizione di ognuno e lui, munito di un fucile con gps, spara e colpisce con precisione tutti gli uomini. August pianta nella gamba di Holster (che lo stava per uccidere) una delle sue iniezioni che aveva preparato per Mikael, quella che lo avrebbe reso cieco: Holster esce dall'edificio e vaga nella foresta senza vedere quasi niente. Camilla fugge con uno dei suoi e il computer, Lisbeth riesce a liberarsi e segue la sorella con una macchina. Holster attraversa la strada mentre sta arrivando la macchina di Camilla e la manda fuoristrada. Camilla ferita vaga per il bosco fino a un dirupo con il computer che contiene applicazione ancora in mano. Lisbeth la raggiunge e parlano insieme. Camilla le chiede come mai non l'abbia aiutata, quando invece salva tutte le altre donne. Lisbeth le confessa che non era riuscita aa aiutarla perché lei voleva rimanere con il padre. Camilla lascia cadere sulla neve il computer con l'applicazione e poi si getta di sotto, giù dal dirupo. Lisbeth prende il computer e nota tra le lacrime che tutti i dati sono stati cancellati con il messaggio che Balder avrebbe voluto così.

Mikael  in redazione comincia a scrivere un articolo intitolato: la ragazza nella tela del ragno in cui parla di Lisbeth e di tutto quello che è successo e che l’avrebbe scagionata da ogni accusa. Poi però ripensa alle parole di lei e cancella tutto.

Lisbeth ha raggiunta la sua vecchia casa e le da fuoco.

 

 

Commento


⭐️ ⭐️ ⭐️ (3/5)

 

Ammetto che mi è piaciuto più del previsto, molto più del previsto. Avevo sentito dire che era stato fatto un quarto libro dopo la trilogia originale di Stieg Larsson. Un quarto libro scritto da uno sconosciuto e non quel quarto mai pubblicato dello stesso autore defunto. Mi ero ripromessa di leggere questo quarto ma forse un po’ il mio scetticismo forse poi il fatto che mi sono distratta me ne sono completamente dimenticata. Così mi sono ritrovata al cinema il poster di Millennium, quello che non uccide. Mi sono ricordata subito di quel libro che non avevo letto e con amarezza sono andato a costatare come sono andate le cose. C’è stata un po’ di tempesta per quanto riguarda i diritti e forse questo non è il luogo migliore per parlarne ma non possiamo far finta di niente, non possiamo far finta che questo libro è stato voluto dal creatore di Lisbeth e di tutto il suo mondo. Stieg Larsson aveva scritto tre libri che non aveva neanche fatto in tempo a pubblicare che hanno avuto un enorme successo. Siamo comunque tutti d’accordo che se io scrivo un libro e non riesco a pubblicarlo e qualcuno vicino a me lo pubblica va bene anche se c’è sempre quel fatto che i ricavati del libro non vanno a chi lo ha scritto (perché è morto) ma a tutti quelli intorno che poi quelli intorno sono i familiari, legami legalmente appurati, non amici che magari ti conoscevano e amavano di più, tanto per fare un esempio.  In questo caso si tratta del padre e del fratello che hanno detto a questo altro autore (a cui non faccio pubblicità) “ok scrivi un altro libro”. Ma si vede già dal film, è lampante che lo stile è diverso, e andando in biblioteca prenderò questo quarto libro e me lo leggerò. Ora infatti ho intenzione di commentare solo il film ma non posso fare a meno di pensare che il ricavato di questo libro e questo film non andranno all’ideatore di tutto. È veramente una cosa che ti disturba, tu lavori, hai delle idee poi muori e gli altri si prendono tutti i soldi. Non è solo per i soldi poi qui perché si prendono anche le idee e le rivendono, perché il padre e il fratello hanno venduto quell’idea che non era loro, non importa il legame familiare, quell’idea non è tua e l’hanno venduta a scopi di lucro! Voi direte è solo un’idea? Allora forse non ne avete mai avuto una buona, io non posso fare a meno di puntualizzare questa vicenda dietro al film, in veste di persona cui piace scrivere, crescere idee e coltivarle nel mio orto. Stieg Larsson aveva un orto pieno di idee che spuntavano rigogliose,  lui non si è più potuto prendere cura dell’orto e gli altri sono autorizzati a vendere quei frutti? Tutto è sempre mosso dall’avidità. 

Come dicevo questo film è molto più soft, i primi tre soprattutto la versione svedese erano molto crudi, scuri, non per tutti questo invece è molto commercialmente ben fatto. Ha uno stile tagliente che va dritto come una spada anche se perde un po’ di potenza (ma se non hai visto quelli veri non ti accorgi di nulla tanto è ben fatto). La cosa che mi ha lasciato molto perplessa, e forse l’unica a parte la morbidezza generale, è il fatto che inizialmente ci si presenta una Lisbeth che fa l’eroina, salva le donne maltrattate. Entra infatti a casa di un facoltoso uomo d’affari che stava picchiando la moglie, lo impacchetta, lo appende a testa in giù e lo tormenta con il teaser mandando via la moglie. L’unica cosa propria di Lisbeth in questa scena è il teaser. Appena l’ho vista mi è rimasta un po’ indigesta perché Lisbeth che fa l’eroina? Mmmmm......Lisbeth è una persona molto introversa, che odia tutti, odia gli uomini ok ma va ad aiutare gli altri? In veste di eroina anche se nera io non la vedo. Spettacolare scena iniziale sicuramente ma forzata, secondo me Stieg non l’avrebbe scritta.

Ma andiamo avanti, anzi indietro perché il film comincia con un flashback, la piccola Lisbeth e sua sorella Camilla sono attanagliate dal padre. Lisbeth fugge ma Camilla decide di restare. E sarà proprio quella Camilla l’antagonista, colei che metterà in moto tutta quella serie di eventi che coinvolgeranno indirettamente anche la sorella. Il film è molto dinamico e ritmato, non annoia mai e non intreccia neanche troppo la mente, perché a volte questi film in cui ci sono i servizi segreti rischiano di essere così ingarbugliati che non ci si capisce più niente. Qui invece fila tutto liscio, Lisbeth da sempre prova di essere pronta a qualsiasi cosa, con la sua tecnologia e con il suo amico hacker, Plague. Le sue amicizie femminili, i suoi vestiti sempre oscuri, il suo sguardo truce, tutto perfetto anche se manca sempre qualcosa, come se fosse una versione più adatta a tutti. Già la versione americana del film era molto più soft, ma quelli che esprimevano veramente i libri erano i tre film svedesi. Completamente diversi da questo. Però queste tre stelle che assegno sono meritatissime perché l’attrice riesce a impersonare Lisbeth in modo più che convincente, con i suoi sguardi e con il suo atteggiamento, ci siamo. La fotografia e il montaggio sono precisi e rendono l’idea della frenesia delle azioni senza però mettere ansia a chi guarda. Il film è vietato ai minori di 14 anni forse per il troppo sangue ma secondo me non c’era neanche bisogno di questo divieto. Quelli svedesi erano vietati allora a tutti? 
(Da qui spoiler, ⚠️)
Non penso che mi sia piaciuto molto il fatto che la sorella alla fine muore, si butta di sotto dal dirupo e se poi viene fuori che è ancora viva risulta poco credibile. Si sono ritrovate dopo tanto tempo e poteva essere la base per una nuova storia, una nemica di famiglia un po’ com’era il padre, infatti Lisbeth le dice: hai preso il suo posto. Quello mi piace, mi piace molto la sorella che lei voleva salvare ma non solo non si è fatta salvare ha poi preso il posto del padre ed è diventata psicopatica come lui. Una stella anche per quello, perfetto. Ma perché me la uccidi caro scrittore? Li secondo me era meglio lasciarla una scomparsa, la macchina andava a sbattere, lei usciva e non si trovava più .... Poi però non c’era quel dialogo in cima al dirupo con l’atmosfera “adesso mi suicido”, dialogo che è molto drammatico e di effetto in cui (parafrasando):
Camilla: hai salvato tutti tranne me...
Lisbeth: non ti ho salvata perché tu hai scelto lui.
Come dialogo è molto potente e rafforza la storia perché si chiude il cerchio, il film è iniziato con un flashback di loro due e finisce con le due sorelle da grandi che riparlano proprio di quella scena. Fatto sta che Camilla non doveva morire. Doveva perdersi, non doveva perdere quella pericolosissima applicazione, non doveva morire quindi tolgo una stella perché il film è tutto basato sulla spettacolarizzazione del momento piuttosto che sul significato intrinseco della storia in se. Tolgo un’altra stella poi perché Camilla non doveva morire.
Altra nota dolente ma forse non così grave  Mikael, un po’ troppo sottotono. Il personaggio di Mikael è sempre stato un po’ titubante non troppo forte però c’è sempre stato e qui invece viene lasciato sempre nelle retrovie, viene mostrato come un uomo senza qualità che non sa cosa fare, mi piace che è rimasto sconvolto dal fatto che non vedeva da tre anni Lisbeth, ma appena la vede non è che si anima così tanto. Non si danno neanche un bacio. Neanche uno, non è possibile, anche questo è un segno di indebolimento strutturale. Si vede per un momento che Lisbeth ha una ragazza ma anche loro non si danno neanche un bacio, come a non voler sconvolgere troppo gli animi. Un film senza passione, lo dico io che di solito le storie d’amore le odio nei film ma queste sono tutte relazioni particolari, che esistendo già andavano un po’ curate nei particolari dato che caratterizzano i personaggi, non si tratta di baci dati tanto per fare ma di relazioni che comunque trovano le loro radici nei libri precedenti. Allora potevi inventarti una storia tua, no? 
Mikael se ne sta lì che vaga per la redazione e non scrive più neanche. Passa Erica e gli dice “tu non scrivi più”. Poi passa Lisbeth gli dice: “tu vuoi stare con me solo per scrivere un articolo”. Sembra quasi comico, una vuole che Mikael scrive, una che non scrive e lui finito tutto cosa fa? Scrive un articolo su quello che è successo e poi lo cancella. L’aveva intitolato proprio come il titolo originale del libro: la ragazza nella tela del ragno. Il ragno era il modo in cui veniva identificata la gang guidata dalla sorella ovvero gli Spiders. In italiano però viene fuori “quello che non uccide”. Per quanto cerco di capire non trovo il nesso con la storia e mi chiedo quand’è che verrà stabilito che gli italiani sanno l’inglese cosicché non c’è bisogno di tradurre il titolo? Anche qui torna sempre fuori il discorso del marketing, a costo di sconvolgere chi l’inglese lo sa si mettono sempre questi titoli raccapriccianti che cercano di attrarre le menti più vuote.
Quindi un film da vedere ma riflettendo sul fatto che è un film dolce-amaro, è bello ma non è giusto e per quanto mi è piaciuto continuerò sempre a dire che non trovo affatto giusto il fatto che una persona morta sia derubata delle sue idee, sia che lo faccia un familiare che qualcun altro perché non sapremo mai quello che ne pensava il diretto interessato. La maggior parte delle volte quando uno scrittore inventa una persona solo lui la capisce fino in fondo, e non c’è storia che tiene, tutte le fanfic non possono competere con l’originale. Diciamoci la verità, questa è una fanfic autorizzata, scritte da punti di vista diversi e quindi ci sarà sempre qualcosa che allo scrittore non sarebbe piaciuto, e questo è molto triste. Bisogna sempre tenere a mente che se non era per Stig Larson noi non avremmo mai conosciuto Lisbeth! Guardate questo film con l’intenzione di leggere i libri di Stieg Larsson perché quelli vi diranno chi è veramente Lisbeth.

 

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