我须是很坚强


Pagine

venerdì 23 febbraio 2018

Nero Wolfe, Nella gola del morto

“aliena”/

 

 

Nella Gola del Morto
(The Gun with Wings)

⭐️ ⭐️ ⭐️ ⭐️ (4/5)

Nero Wolfe #13
By Rex Stout
1949

Questa novella è la quarta che leggo di Nero ed è la prima così breve, circa 40 pagine nella mia raccolta. Eppure per quanto siano solo 40 pagine la trovo geniale, coinvolgente e ricca di contenuto. I gialli sono sempre così diretti al punto che è un piacere leggerli. Di questa novella mi è piaciuto come soprattutto Nero abbia storto il naso quando si è trovato davanti una ragazza magra e Archie ci ha detto che lui non adora quelli a cui non piace mangiare! È anche questo che mi piace molto di questa serie di Nero, non solo le storie in se che si srotolano davanti ai nostri occhi in modo realistico e fluido ma sono anche divertenti, non sono mai pesanti e sono precise come tutti gialli sanno esserlo. Certo, si potrebbe dire che ho scoperto l’acqua calda, ma non ne sapevo niente ed è stata una piacevole sorpresa e non mi resta che recuperare!

Questa storia è stata pubblicata per la prima volta nel dicembre del 1949 nel numero di The American Magazine. E poi comparso in un libro nella collezione “Non credo agli alibi” (Curtains for Three) pubblicata dalla Viking Press nel 1951 in America. Compare anche nella raccolta “A cena con delitto” pubblicata da Mondadori nel 1982.


Personaggi

* Alberto Mion: cantante lirico
* Margaret Mion: vedova di Alberto
* Frederick Weppler: critico musicale
* Gifford James: baritono
* Clara James: figlia di Gifford
* Rupert Grove: agente teatrale
* Adele Bosley: capo ufficio stampa del Teatro dell'Opera
* Nicholas Lloyd: medico


Descrizione e soluzione del caso e quindi spoiler, attenti!

Margaret e Fred vogliono sposarsi ma non si danno pace da quando hanno trovato il cadavere del marito di Margaret, tutto fa sembrare a un suicidio perché il cadavere aveva tutte le carte in regola per sembrare un omicidio fatto con un colpo di pistola in bocca. Margaret e freddo trovano i cadavere ma non c’è nessuna pistola, Fred allora dubita di lei e di nascosto posiziona la pistola che l’uomo teneva nello studio vicino al cadavere. La pistola era stata rimossa da Clara che voleva far ricadere le colpe su Margaret, ero andata a trovare il suicida per parlargli di una questione di affari. La verità è che era stato il dottore ad uccidere il cantante E l’aveva fatto sembrare un suicidio. Il cantante era stato aggredito dal baritono con un pugno alla gola in quanto il baritono accusava il cantante di avere una tresca con sua figlia Clara. Il cantante allora ci ha fatto visitare dal dottore che aveva ritenuto opportuno fargli un’operazione e dato che quest’operazione era venuta sbagliata e temendo di essere accusato di averlo fatto fallire nella sua carriera musicale ero andato a trovarlo e con la scusa di fargli una visita alla gola gli ha infilato la pistola in bocca e ha sparato poi ho lasciato la pistola lì vicino che è stata messa lontano da Clara è stata messa di nuovo vicino da Fred. Il dottore aveva avuto paura quando il cantante voleva farsi visitare da un altro dottore per supportare la sua richiesta di risarcimento nei confronti del baritono.

Nero Wolfe, Troppi Clienti

“aliena”/

 

Troppi clienti
(Too Many Clients)

⭐️ ⭐️ ⭐️ ⭐️ (4/5)

Nero Wolfe #34
By Rex Stout
1960

Le cose sono due, o mi sono abituata al suo stile di scrittura alla terza storia che leggo oppure questa era estremamente scorrevole e piacevole. Forse è quella che mi piaciuta di più, molto intrigante e curiosa. Adoro come sono costruiti i due personaggi principali e devo dire che, sebbene la scrittura in prima persona sia spesso non proprio la mia preferita, mi piace il fatto che sia Archie a raccontarci la storia, il suo carattere è davvero simpatico, pungente e ironico. Con questa terza novella che leggo capisco sempre di più come lo scrittore sia riuscito a dare maggiore risalto al suo Nero facendo parlare direttamente il suo aiutante, davvero potente. Questa storia è un po’ diversa dalle altre e anche forse un po’ più oscura però i due personaggi riescono ad affrontarla senza renderla troppo pesante, infondo si parla sempre di omicidio e qui ce ne sono ben due. Di Nero mi piace tutto, il suo fare le cose sempre lo stesso orario, il suo non uscire mai di casa, non si parla di lavoro a pranzo… E poi mi piace anche la scelta di descrivere anche quello che mangiano, rende tutto molto più concreto e realistico.

Ora ci saranno degli spoiler perché voglio raccontare per filo e per segno come è andato il caso, lo faccio per me per vedere se riesco a descriverlo, quindi se non vi piace o non vi interessa non proseguite!

Aiken, il direttore della Plastics Products ha ucciso l’amministratore delegato Yeager che avevo una stanza segreta e perversa in cui incontrava decine di donne. L’ha ucciso perché ben presto sarebbe stato il suo sostituto. Dopo essere stato scoperto si è suicidato, Nero L’aveva convinto a consegnarsi alla polizia in modo che così sarebbe riuscito a tenere segreta la stanza. Inizialmente infatti il direttore si era rivolto all’investigatore e quindi era suo cliente e gli ha chiesto di risolvere il caso in modo da non far trapelare la notizia della stanza che avrebbe causato dei guai alla ditta.
La segretaria di Yeager, Julia, avevo avvertito il direttore di questa stanza anche se lei stessa partecipava agli incontri. Il direttore quindi a chiesto la chiave lei sapendo che sarebbe stata la prossima ad incontrarlo una domenica sera.
Mr. Hough sapendo che la moglie era una frequentatrice di quella stanza aveva assunto Archie fingendosi Yeager Per fargli trovare la stanza ma la sera stessa è stato trovato il cadavere di Yeager.
I custodi, Mr. e Mrs. Perez sapevano della stanza e hanno assunto Nero Per trovare il colpevole e non rimanere immischiati.
Nel frattempo la loro figlia Maria viene uccisa, avendo visto entrare il direttore lo aveva ricattato.
La vedova Yeager sapeva della stanza e anche lei aveva assunto gli investigatori.

Frequentatrici della stanza:
Julia la segretaria di Yeager, ha trovato il cadavere
Meg l’attrice ha lasciato l’ombrello
Mrs. Hough ha lasciato il portasigarette

giovedì 22 febbraio 2018

Nana Cup

The Divergent Series: Insurgent

Dunque inizio subito con il dire che era davvero un pezzo che avevo visto il primo ma mi era rimasto abbastanza impresso, mi era piaciuta l’idea di queste fazioni e della divisione degli umani in base al loro unica capacità, effettivamente non è molto lontano dalla realtà in quanto gli umani sono noti per la loro necessità di catalogare, inscatolare e controllare tutto. Quando è arrivato il secondo ho provato a guardarlo (li ho guardate tutti in tv) ma l’ho trovato estremamente noioso e dopo la prima mezz’oretta ho abbandonato. Quando sono riuscito ad avere anche il terzo ho deciso di riprovare e così sono arrivata alla fine del secondo. Non ho letto neanche un libro di questa serie e non sono sicura se ho intenzione di farlo. Ammetto che il secondo film, nonostante avessi superato il punto critico che mi aveva indotto a smettere la prima volta, è andato avanti ma si trascinava a fatica, la trama era praticamente inesistente soprattutto era diventata quasi banale quando era stata trovata questa scatola lasciata dagli antichi, conservata a casa dei genitori di Tris. Lei e tutti gli altri ribelli vivono nascosti con l’intenzione di combattere gli eruditi e soprattutto la cattiva di turno, Janine. Ma poi perché Janine è dalla parte del torto? Nel frattempo i buoni arrivano dalla madre di Quattro, che effettivamente sembra avere solo un paio d’anni di più. La trama procede a stento finché i cattivi riescono a mettere delle ricetrasmittenti su tutti loro ribelli così che possono indurli al suicidio (sembra un’idea piuttosto poco realistica) cosicché Tris decide di consegnarsi. La cattiva Janine la comincia ad utilizzare per aprire la scatola: la scatola si apre solo se un individuo riesce a superare tutte le prove virtuali di ogni fazione e quindi deve essere un divergente al 100%. Tra una sparatoria e una scazzottata Tris riesce ad aprire la scatola e compare un video: gli antichi hanno fatto un esperimento rinchiudendoli tra le mura di quella città, volevano vedere se erano capaci di uscire dalle fazioni in quanto solo un individuo divergente e quindi capace di provare tutte le emozioni e di avere tutte le capacità di ogni fazione avrebbe potuto aprire la scatola e quindi sapere la verità, aldilà delle mura ci sono altri umani che li hanno usati come cavie. Tutti sono contenti e si dirigono alle mura per uscire mentre la madre di lui sembra avere un conto in sospeso con Janine e sembra anche spararle.
Devo dire che quando ho visto la scatola ho temuto il peggio, così come era stato per Justice League con quelle tre scatole patetiche pensavo che anche questa sarebbe stata ignobile e inutile invece si è rivelata interessante anche se messa così la situazione fa ripensare al film The Village, stesso concetto esatto, originalità zero.
E adesso che stanno andando fuori cosa troveranno? Ci sono delle aspettative che potrebbero rivelarsi interessanti oppure banali, se non ci fosse niente ovvero che se gli antichi fossero morti da un pezzo? Sono passati 200 anni!
In ogni scena si vede che il libro è stato scritto da una donna (o meglio da ghost writers donne con in mente un target femminile). Le donne sono le protagoniste, gli uomini spesso o quasi sempre non capiscono cosa bisogna fare oppure sbagliano, sono un inutile contorno. Poi non si capisce neanche che senso abbia le relazione di Tris con Quattro, non c’è un minimo di feeling tra i due e ogni loro interazione “amorosa” sembra messa lì a forza solo per infilarci anche una storia d’amore.
Le scene hanno dei dialoghi pietosi, che rasentano il ridicolo, gli attori sono alquanto inespressivi e non suscitano simpatia né ci si affeziona a loro. L’unica cosa veramente bella di questo film sono gli ambienti, la ricreazione del mondo distopico. Il primo film era molto più interessante questo sembra una perdita di tempo in quanto si aggiunge qualcosa di rilevante sono negli ultimi 10 minuti, si poteva benissimo attaccare la storia della scatola al film precedente.
Non posso dire niente sui libri se non che questa trilogia sembra proprio avere lo stesso stile di tutte le altre che hanno come sfondo un ambiente distopico: Maze Runner, Hunger Games...
Andiamo a vedere cosa c’è dall’altra parte delle mura allora… Secondo me niente! La parte più difficile di una storia è la sua conclusione e spesso le serie sembrano semplicemente fermarsi invece che concludersi… Vedremo!

mercoledì 21 febbraio 2018

Death Note - Black Edition

“aliena”/

 

NB
Ci saranno degli spoiler quindi attenti!  Ma come si fa a fare una recensione senza spoiler? Senza dire niente della trama si può solo dire mi è piaciuto o no, è bello o no…mah! Spoiler, un dramma della modernità!

 

_Opinione sull’ultimo volume_
Insieme al primo volume direi che questo è uno dei più belli, coinvolgenti e artistici, scorre senza troppi giri, se prima ero stata costretta a fare degli schemi per capire dove erano questi quaderni ora è tutto chiaro, tutti i nodi vengono al pettine (come si suol dire) e si giunge finalmente allo scontro finale, carico di emozioni e di sostanza. Near è meno insopportabile del solito e l’ho trovato leggermente più adulto anche se è sempre detestabile. Light, sicuro di sé fino all’osso, giunge alla sua fine ma per un soffio non la fa agli altri, forse aveva preteso troppo, puntando alla divinità ed è stato questo il suo errore. Dopo le prime pagine con imprevisti avvenimenti intriganti (il rapimento di Takada, lei che uccide Mello e Light che uccide lei)  Near e Light si accordano, si incontrano e si ritrovano tutti (tranne Misa) allo scontro finale dopo il quale rimangono solo i vincitori, i cosiddetti giusti. È un finale che può destare qualche domanda, per esempio e se avesse vinto Light? Oppure se non fosse morto Light? Near aveva intenzione di metterlo dentro e sorvegliarlo per tutta la vita e quindi sarebbe stato con Ryuk  fino alla fine dei suoi giorni... ed è proprio questo che ha indotto Ryuk ad uccidere Near, non volevo annoiarsi durante la sua inevitabile prigionia! Questo manga è molto più potente di moltissimi libri che vengono spacciati per bestseller e capolavori moderni, è lontano dalla mentalità occidentale ma sicuramente può risvegliare qualcosa anche noi, non so gli altri lettori e amanti di libri e o film ma io noto spesso una piattezza infinita in quello che leggo e guardo prodotto in Occidente, sempre la solita paura di combattere l’omologazione…
Ammetto che quando ho iniziato a leggere la parte dell’incontro ero davvero in trepidazione, penso che non mi sono mai emozionata tanto leggendo qualcosa, sia per le aspettative ma anche per la curiosità, e per la tensione che si respirava in quella scena finale che si è conclusa con la morte di Light per mano di Ryuk. 

 

_Opinione su tutta la serie_

Bello, bello, bello… Ma lo sapevo che andava finire così, è l’unica fine accettabile e non ci si poteva neanche pensare alla vincita di Light ma per il solo motivo che è la conclusione politically correct. Con la morte di Light si è potuto concludere tutto, nella prima parte ha vinto lui uccidendo L poi ha perso lui altrimenti sarebbe arrivato un altro genio orfano ad ostacolarlo e si sarebbe ripresentata la stessa situazione dopo altri giri. Solo con la morte di Kira si poteva concludere questa storia altrimenti i lettori non sarebbero stati soddisfatti, ma ne siamo sicuri? Penso che chiunque legga questo manga si sia chiesto se quello che ha fatto Light era giusto o sbagliato, lo era? Non ci credo che ogni lettore non ha pensato a cosa avrebbe potuto fare con quel quaderno in mano … Impossibile! Poi bisogna vedere se si è pentito dei suoi pensieri o l’ha presa con filosofia…Proprio all’inizio Light spiega a Ryuk come tutti gli umani in pubblico si comportino in un determinato modo e diano la risposta che tutti ritengono giusta ma poi la pensino in modo diverso e sincero in privato, vedi tutti i fan di Kira....che poi sono effettivamente l’ultima immagine lasciata dagli autori! Se invece la vogliamo mettere su un altro piano, che differenza c’è per uno stesso delinquente tra una pena di morte decisa dallo Stato e una decisa da Kira? Io non vedo nessuna differenza. Questo manga può essere letto alla leggera come qualcosa di oscuro e strano per passare un po’ di tempo o qualcosa per riflettere. Sinceramente sono rimasta un po’ delusa da un finale un po’ banale in stile “e vissero tutti felici e contenti”, Light aveva cominciato a piacermi seriamente sarà anche perché Near era davvero insopportabile. Lo ammetto, facevo il tifo per Light, ero desiderosa di vedere qualcosa di alternativo e sconvolgente, un finale più potente come lo era stato tutta la serie. Il giudizio finale non è però negativo perché questa manga ha in sé una potenza che in tutto quello che viene prodotto in Italia non sono mai riuscita a riscontrare. Vogliamo paragonare una fiction italiana con questo manga? Qui ci sono emozioni,  personaggi potenti, carichi di vita, che diventano i tuoi amici man mano che vai avanti nella storia e ti affezioni a uno più che a un altro e così fino alla fine. Poi ti dispiace quando la storia termina perché significa che dovrai abbandonare quel mondo in cui ti eri rifugiato. 
Ryuk è senz’altro il mio personaggio preferito, adoro come si comporta, come si presenta e quindi come è stato disegnato, è un’opera d’arte oscura e simpatica. Adoro guardarlo mangiare le mele e divertirsi osservando gli umani. Purtroppo negli ultimi volumi era un po’ meno presente, era caduto un po’ troppo in disparte però alla fine ha preso in mano la situazione ed è solo grazie a lui (o per colpa sua) che la situazione di stallo si è sbloccata. Le sue espressioni finali mentre scrive il nome di Light sul quaderno sono davvero demoniache, degne di un horror cinematografico! Alla fine se ne è andato perché si era annoiato anche con il suo passatempo! Lo adoro! Come è andata a finire poi con Misa? Anche lei è stata un personaggio davvero incredibile, la sua dedizione a Light è stata spesso decisiva e ha fatto due volte lo scambio degli occhi (mitica)! Invece Light non l’ha mai fatto, forse se lo avesse fatto avrebbe vinto! 

 

_Confronto con l’anime_
Ho già cominciato a guardare il cartone (permettetemi di chiamarlo così!) e subito si capisce quanto sia fedele al manga, come se fosse una trascrizione, sia per quanto riguarda disegni che per quanto riguarda le battute, spesso uguali. Sono ancora solo ai primi episodi ma devo dire che è un piacere assaporare questa storia come nella lettura della stessa, i colori rendono tutto anche più potente.


_Confronto con il film di Netflix_
La prima cosa che voglio sottolineare è che ho visto questo film per prima cosa, avevo incontrato su Netflix l’anime ma non avevo fatto in tempo a guardarlo oltre che pochi secondi del primo episodio dato che poi è stato tolto. Poco tempo dopo (ovvero quest’estate passata) è uscito questo film e ripensando a quanto mi aveva intrigato quella storia avevo deciso di guardare questo. Ho letto parecchi pareri scettici, tantissime critiche ma secondo me non bisogna prendersela così tanto, innanzitutto può essere considerato come una forma di pubblicità per il manga (vedendo il film uno spontaneamente va all’originale) poi comunque mettere tutta questa storia in un film di un’ora e mezzo era praticamente impossibile. Dovrebbe essere visto come una storia largamente ispirata poi l’hanno anche ambientato in America e per forza di cose viene diverso. Light di Netflix non è carismatico per niente e poi mancano tantissimi personaggi, Light di Netflix non evolve (non muore neanche) non c’è Misa ma c’è una ragazza pressoché inutile che diventa anche più accanita di Light e ci rimane secca… Da vedere però, l’ho trovato piacevole basta solo non considerarlo un sostituto, è una cosa in più, perché anche L non ha niente a che fare con quello del manga! Però non si può dire che Ryuk sia venuto male!! Io l’ho trovato favoloso! Secondo me chi critica dovrebbe prendere questo film più alla leggera, prende spunto dal manga e fa una trasposizione americana, che poi trasportare in un film un manga o un anime crea sempre una perdita di arte e di magia. Proprio come quando si fa un film di un videogioco, fare un film di qualcosa va sempre a trasformare la cosa di base e ben pochi aspetti rimarranno tali e quali. Altro fattore di cambiamento radicale è stato il fatto che la storia parte da dei giapponesi e viene rivisitata da degli americani, non vi sembra motivo fondamentale per tutti quei cambiamenti?!

 

_Progetti futuri con Ryuk_ :D
Concluso questo volume la prima cosa che ho pensato è stata: devo rileggerlo subito! Anzi devo rileggerli!
Nel frattempo devo completare l’anime, giusto per passare un po’ di altro tempo con Ryuk anche se so cosa aspettarmi!!
Inoltre ci sono ben tre film giapponesi che sono la trasposizione di questa storia, forse sono più fedeli innanzitutto perché vengono dalla stessa patria, da vedere!
Chissà se gli autori hanno mai pensato ad un seguito? Forse Ryuk si potrebbe annoiare di nuovo nel suo regno!

 


“aliena”/
“aliena”/

martedì 20 febbraio 2018

Barbie Boutique, Barbie Rio de Janeiro and Dreamglow Barbie

Pioggia ☔️ Planetaria 🌍

Ormai siamo andate in pensione, un tempo uscivamo anche quando pioveva, affrontavamo i flutti del mare, il vento sulla spiaggia e il freddo dell’acqua che ti bagna tutti i vestiti anche se hai io l’ombrello e loro l’impermeabile. Ora le passeggiate sono diventate più corte e se piove sono addirittura cortissime, ma va bene così, l’importante è stare insieme, non fa niente se osserviamo le tempeste da dietro il vetro del nostro rifugio, non fa niente se usciamo solo per fare due passi e poi rientriamo, loro si mettono un impermeabile e io non ci penso neanche ad usare l’ombrello, mi piace sentire la pioggia che mi cade addosso, mi giro verso il vento e sento cosa ha da dirmi. L’altra sera siamo usciti per i loro bisogni serali, la città era addormentata, Rinchiusi tutti per paura di due gocce d’acqua, e io stavo lì, al centro di tutto, nel mezzo dell’oscurità, a sentire da dove veniva il vento e le onde lontane dal mare. Non c’era bisogno di guinzagli e mentre loro facevano le loro cose io ascoltavo la natura. Un momento nel tempo, come se tutto quello che c’è intorno non ci fosse e mi riferisco al cemento. Poi siamo tornate a casa loro dormivano e io lavoravo, La pioggia fuori continuava a cadere ma è diverso da come fanno gli altri che appena piove fuggono e si rinchiudono per paura di sporcarsi, di bagnarsi, di toccare quello su cui poggia tutto quello che hanno e che sono. Motivo in più per considerarmi completamente estranea agli umani, sono più come i cani? Sono più come che questo non è il mio pianeta, che questo non è il nostro pianeta che comunque parla e nessuno sembra ascoltarlo. 🌍

“aliena”/

domenica 18 febbraio 2018

Maze Runner 3 - La rivelazione

⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️ (6/10)
(-⭐️) pieno di cliché distopici
(-⭐️) trama povera
(-⭐️) poco originale con gli zombie
(-⭐️) cattivi patetici
(+⭐️) ambiente distopico ben rappresentato
(+⭐️) conclusione soddisfacente
(+⭐️) effetti speciali ok
(+⭐️) bei colori e fotografia
(+⭐️) ritmo veloce e coinvolgente
(+⭐️) per lo più interessante


Dunque, avevo visto il film del primo libro nel 2016 in televisione dopodiché ho letto il secondo libro, poi il primo e infine il terzo. Poi non ho più avuto contatti con questo labirinto finché non è uscito questo film e ho deciso di guardarlo nonostante le mie lacune ovvero non avevo visto il secondo film e in più non mi ricordavo quasi niente.
Per quanto riguarda un giudizio generale che comprende sia il libro che il film devo dire che siamo sempre nella saga fatta con lo stampino ovvero quella ambientata in un futuro prossimo distopico, in cui un gruppo di adulti cattivi tiene inizialmente sotto scacco un gruppo di poveri adolescenti buoni e sfortunati che poi trovano il modo di ribellarsi, sfuggire, uccidere il cattivo e risolvere anche un problema mondiale. Quello che non riesco a capire è come sia possibile che questi adulti superattrezzati, intelligenti (sembra che siano tutti dottori e soldati) si fanno fregare in un modo o nell’altro questi ragazzi. La risposta è che bisogna gratificare il lettore ovvero il target dei libri. Comunque detto questo il film è andato bene, mi è piaciuto abbastanza e la trama così leggera non ha trovato intoppi ad essere capita da me nonostante mi mancasse un pezzo. Anche la trilogia dei libri segue uno schema ormai consolidato da molti ovvero nel primo libro e o film si presenta un problema e i personaggi e si finisce sul più bello, nel secondo libro e o film i protagonisti si muovono dal punto A iniziale al punto B in cui ci sarà il confronto con il cattivo e infine il terzo libro e o film prevede lo scontro con ovviamente la vittoria dei buoni. Sinceramente ho anche questa mia idea personale che si tratti di ghost writers dato che poi questi autori non scrivono più niente, ma questa è solo una supposizione senza prove basata solo sulla mia intuizione.
Il film è molto dinamico, pieno di effetti speciali, esplosioni, prove di coraggio, e anche una specie di zombie. Esatto perché anche questi ormai sono un must. La storia non è male anche se, se andiamo a stringere, la trama di questo capitolo è molto stringata: i nostri eroi vogliono raggiungere questa associazione di cattivi (che si chiama anche Wicked ovvero cattivo!) che li aveva messi inizialmente nel labirinto (unica idea originale che è rimasta però solo nel primo libro) e che trovano per sconfiggere una volta per tutte. Questi nemici si sono organizzati in una città costruita dentro delle mura che la separano da tutto il resto del mondo infettato da questo fantomatico virus. I cattivi non hanno ancora trovato la soluzione e poi si scopre che è sempre stata lì sotto loro naso ovvero Thomas era un antidoto vivente! I cattivi si ammazzano anche tra di loro (sono proprio cattivi!) e buoni si salvano quasi tutti e festeggiano in riva al mare, pronti a salvare tutto il mondo. La cosa che mi è piaciuta di più è stata la rappresentazione del mondo distopico, affascinante per quanto terribile ma portato davvero molto bene. Ma la cosa che mi è piaciuta di meno è l’introduzione degli Spaccati che non sono altro che una specie di zombie, una grande carenza di originalità anche se tutto il film è sempre molto lineare con tutto ciò che è già stato proposto vedi Hunger Games e The Divergent series. A volte è stato leggermente noioso in quanto il ritmo è forse troppo costante, sempre troppo veloce con pochi veri dialoghi. Un film che rende sicuramente di più se visto al cinema. Forse dovrei rivedermi il secondo...?

L'Ultimo Lappone

L’ultimo Lappone

Olivier Truc
(Le dernier Lapon)

⭐️ ⭐️ (2/5)
(-⭐️) mancanza di emozioni
(-⭐️) troppo prolisso sulle rocce
(-⭐️) troppi animali morti
(+⭐️) ottimo per conoscere la cultura Sami
(+⭐️) favolistico

Inizio subito con il dire che in tutte le pagine si capisce che è un uomo a scriverlo, sia per come descrive gli uomini ma soprattutto per come descrive quelle solo tre donne che compaiono in tutta la Lapponia e nella sua storia. Purtroppo tutti i personaggi sono un po’ troppo meccanici, sono come spenti, non sappiamo niente delle loro emozioni tranne che quelle del cattivo ovvero il francese Racagnal. Esatto il cattivo perché in questo libro o sono tutti buoni (ovvero completamente buoni dalla testa ai piedi) oppure i cattivi sono cattivissimi, spregevoli e orribili. La storia comunque è strutturata molto bene ma sarebbe stato meglio se non fosse così prolissa quando si tratta di descrivere le rocce, abbiamo capito che sono esploratori e geologi ma non c’è bisogno di pensare che si stia parlando a dei geologi, siamo semplici lettori! D’altro canto l’essere specifico sulla cultura dei Sami mi è piaciuto molto in quanto non li conoscevo affatto. Quindi come mezzo di divulgazione dell’etnologia è molto valido ma purtroppo questo è l’unico punto forte di questo libro, se si fosse svolto in qualsiasi altro luogo sarebbe stato davvero banale. La struttura del poliziesco è rispettata nei minimi particolari: lo sceriffo buono, il collega cattivo, l’investigatore protagonista e la sua collega. L’investigatore con tanti segreti dal suo passato e solitario e taciturno ma che risolve il caso. Il caso viene presentato, si indaga andando a interrogare tutti e poi si giunge alla conclusione, secondo me un po’ affrettata. Dopo 400 pagine di indagini in pochissime si conclude il caso e secondo me un po’ troppo in fretta si chiude tutto.
Ora ci sarà un po’ di spoiler:
Ma perché Aslak ha tagliato le orecchie della vittima? E poi perché la vittima è stata uccisa in fin dei conti? Prima ci viene a dire che gli allevatori amano il branco e soprattutto Aslak era completamente dedito alle sue renne e poi se ne va nella bufera (ma dove va poi?) dicendo all’investigatore di prendersi cura delle sue renne quando quelle della vittima vengono uccise? Altro grave problema di questo libro sono gli animali morti, renne che vengono scuoiate, bollite, prese sotto, cani a cui viene staccata la testa… Non mi piace, ho capito che fa parte della loro cultura ma non mi piace leggerlo in un libro perché poi ci rimango male. Ad ogni modo come libro non è male, scorre molto bene ma è troppo freddo, a parte il gioco di parole essendo ambientato in Lapponia, è freddo, i personaggi non hanno spessore e non sono carismatici, neanche l’investigatore, chi è? Invece di descrivere le rocce così bene era meglio approfondire un po’ di più i personaggi. Comunque è un libro che consiglio per aprirsi gli occhi su quello che succede in altre parti del mondo che poi perché gli uomini dovrebbero stare anche lassù? Non parliamo di evoluzione quando per la sopravvivenza di un uomo in quell’ambiente devono morire decine di renne, per la tenda per il cibo e riscaldamento. Ma questo è un altro discorso.

Ps
serviva una figura del tamburo 🥁



“aliena”/

Barbie Laundry

 

Quando ero piccola non ero molto affascinata dalle Barbie e quindi ne ho solo cinque dell’epoca (anni 80-90)… Certo questo vi dice qualcosa sulla mia età, ma non penso sia un problema, per quanto uno cerca di nascondere l’età il DNA non mente.
Dunque come stavo dicendo le Barbie sono state sempre presenti nella nostra casa e hanno avuto un notevole incremento all’inizio del 2000 quando ho cominciato seriamente a collezionarle e poi c’è stata un’altra pausa seguita da un altro leggero incremento in questi due ultimi anni. Fatto sta che da un mesetto ho ripreso in mano la mia collezione e la cosa più difficile è stata ridare il giusto vestito ad ogni Barbie, fortuna che ora il Web è ricco di informazioni! Così ne ho identificate la maggior parte, quasi tutte, ritrovando i vestiti di ognuna (non buttare via ma niente ha i suoi vantaggi!). Ho iniziato prendendo un gruppo di Barbie (massimo 7-9) e ho identificato i loro vestiti e le ho messe in fila, mentre lavavo i loro vestiti, ho fatto il bucato! Poi ogni sera prendo una Barbie e la restauro. Ho sempre trattato tutti i miei giocattoli con estrema cura quindi il restauro è relativo ad un bagno fatto di bagnoschiuma, shampoo e balsamo. Lascio la Barbie ad asciugare vicino al termosifone tutta la notte il giorno seguente la rivesto. Inutile dire che la parte più impegnativa e strecciare e pettinare i capelli. Devo ammettere che i risultati sono molto soddisfacenti e la mia collezione è davvero interessante. La potete trovare sui miei profili anche se comunque le foto per ora sono poche. Sarebbe bello fare la parrucchiera delle Barbie, i risultati sembrano davvero ottimi e non sono solita lodarmi! Nessuna si è lamentata che le ho tirato i capelli!
Life in plastic is fantastic, come dicevano gli Aqua 🚿 !

venerdì 16 febbraio 2018

Hitomi no Sakura

Push Pause

It all should just fade
But it’s all alive
It’s all calling
Turn back
Turn back the hands of time
And share it again
And again
But it’s all gone
Lost
But never forgotten
Is it better
To remember
And suffer
For the good times
Lost and gone
Gone away
But stuck in my mind
Running in the night
Exploring the wood
Darkness
Of the heart
Of everything
But we were a power pack
Walking around forbidden lands
Wondering about our fool bound
Now we are inside
It’s still dark
Darker and gloom
No more errands of the body
No more running around the city
Now the mind escapes
But lingers on the way we walked
So many miles
So many smiles
We always needed to push pause
We still can even inside
Before it’s too late
I don’t want this to end


“aliena”/

Magic Bakery Cake Pets


魔幻糕點店蛋糕宠物
(Móhuàn gāodiǎn diàn dàngāo chǒng wù)


Non preoccupatevi non mi metto a parlare cinese per quanto è una lingua che adoro e studio tutti i giorni! Però ho deciso di chiamare il mio nuovo progetto con un nome cinese che porterò avanti anche tradotto in inglese. Ecco così il mio primo cavallino giallo di plastilina chiamato 黄 Haung ovvero Giallo! Certo ho seguito un tutorial che comunque non era neanche per questo tipo di plastilina ma per un altro tipo che va messo in forno. Per ora io continuo con questa pasta malleabile che si secca all’aria. Ovviamente 🙄 il risultato è quasi patetico però come idea ci siamo, per ora lo ho “rimpallottolato” dato che era decisamente una bozza e non mi andava di sprecare del materiale per qualcosa così di prova. Quindi la prossima mossa sarà cercare di farlo leggermente meglio e se mi piace lo tengo. Stavo pensando a come fare gli occhi 👀, preferivo farli in un modo un po’ più carino rispetto ad una pallina di plastilina nera e pensavo a qualcosa come dei glitter ✨ . Forse potete pensare che io le mie sorelle siamo un po’ monotematiche con questi cavalli colorati e che li mettiamo da tutte le parti...forse dal pianeta da cui veniamo era pieno di questi esseri magnifici! 🦄
Non so esattamente quale sia l’obiettivo però Hermio ha insistito perché mi dedicassi a questa mia passione oltre che farle da editor. Come vedete la strada è ancora lunga ma questo è solo il primo! 再见👋!(bye!)


By Miao


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