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giovedì 22 febbraio 2018

The Divergent Series: Insurgent

Dunque inizio subito con il dire che era davvero un pezzo che avevo visto il primo ma mi era rimasto abbastanza impresso, mi era piaciuta l’idea di queste fazioni e della divisione degli umani in base al loro unica capacità, effettivamente non è molto lontano dalla realtà in quanto gli umani sono noti per la loro necessità di catalogare, inscatolare e controllare tutto. Quando è arrivato il secondo ho provato a guardarlo (li ho guardate tutti in tv) ma l’ho trovato estremamente noioso e dopo la prima mezz’oretta ho abbandonato. Quando sono riuscito ad avere anche il terzo ho deciso di riprovare e così sono arrivata alla fine del secondo. Non ho letto neanche un libro di questa serie e non sono sicura se ho intenzione di farlo. Ammetto che il secondo film, nonostante avessi superato il punto critico che mi aveva indotto a smettere la prima volta, è andato avanti ma si trascinava a fatica, la trama era praticamente inesistente soprattutto era diventata quasi banale quando era stata trovata questa scatola lasciata dagli antichi, conservata a casa dei genitori di Tris. Lei e tutti gli altri ribelli vivono nascosti con l’intenzione di combattere gli eruditi e soprattutto la cattiva di turno, Janine. Ma poi perché Janine è dalla parte del torto? Nel frattempo i buoni arrivano dalla madre di Quattro, che effettivamente sembra avere solo un paio d’anni di più. La trama procede a stento finché i cattivi riescono a mettere delle ricetrasmittenti su tutti loro ribelli così che possono indurli al suicidio (sembra un’idea piuttosto poco realistica) cosicché Tris decide di consegnarsi. La cattiva Janine la comincia ad utilizzare per aprire la scatola: la scatola si apre solo se un individuo riesce a superare tutte le prove virtuali di ogni fazione e quindi deve essere un divergente al 100%. Tra una sparatoria e una scazzottata Tris riesce ad aprire la scatola e compare un video: gli antichi hanno fatto un esperimento rinchiudendoli tra le mura di quella città, volevano vedere se erano capaci di uscire dalle fazioni in quanto solo un individuo divergente e quindi capace di provare tutte le emozioni e di avere tutte le capacità di ogni fazione avrebbe potuto aprire la scatola e quindi sapere la verità, aldilà delle mura ci sono altri umani che li hanno usati come cavie. Tutti sono contenti e si dirigono alle mura per uscire mentre la madre di lui sembra avere un conto in sospeso con Janine e sembra anche spararle.
Devo dire che quando ho visto la scatola ho temuto il peggio, così come era stato per Justice League con quelle tre scatole patetiche pensavo che anche questa sarebbe stata ignobile e inutile invece si è rivelata interessante anche se messa così la situazione fa ripensare al film The Village, stesso concetto esatto, originalità zero.
E adesso che stanno andando fuori cosa troveranno? Ci sono delle aspettative che potrebbero rivelarsi interessanti oppure banali, se non ci fosse niente ovvero che se gli antichi fossero morti da un pezzo? Sono passati 200 anni!
In ogni scena si vede che il libro è stato scritto da una donna (o meglio da ghost writers donne con in mente un target femminile). Le donne sono le protagoniste, gli uomini spesso o quasi sempre non capiscono cosa bisogna fare oppure sbagliano, sono un inutile contorno. Poi non si capisce neanche che senso abbia le relazione di Tris con Quattro, non c’è un minimo di feeling tra i due e ogni loro interazione “amorosa” sembra messa lì a forza solo per infilarci anche una storia d’amore.
Le scene hanno dei dialoghi pietosi, che rasentano il ridicolo, gli attori sono alquanto inespressivi e non suscitano simpatia né ci si affeziona a loro. L’unica cosa veramente bella di questo film sono gli ambienti, la ricreazione del mondo distopico. Il primo film era molto più interessante questo sembra una perdita di tempo in quanto si aggiunge qualcosa di rilevante sono negli ultimi 10 minuti, si poteva benissimo attaccare la storia della scatola al film precedente.
Non posso dire niente sui libri se non che questa trilogia sembra proprio avere lo stesso stile di tutte le altre che hanno come sfondo un ambiente distopico: Maze Runner, Hunger Games...
Andiamo a vedere cosa c’è dall’altra parte delle mura allora… Secondo me niente! La parte più difficile di una storia è la sua conclusione e spesso le serie sembrano semplicemente fermarsi invece che concludersi… Vedremo!

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