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mercoledì 21 marzo 2018

Un sacchetto di biglie

Un sacchetto di biglieUn sacchetto di biglie by Joseph Joffo
My rating: 5 of 5 stars

(Un sac de billes)
⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️ (5/5)


alienanera

Non penso che abbia senso dare un giudizio su questo libro, sono stata contenta di averlo letto. Anche se ho delle enormi lacune dal punto di vista storico riesco benissimo a capire che cosa è successo agli ebrei. Non posso dare un giudizio su questo libro perché sarebbe come dare un’opinione alla vita di qualcuno che è stata enormemente straziata senza nessun motivo. Do cinque stelle in modo simbolico che possono forse rappresentare la mia indignazione per tutto quello che è successo, dirlo non serve a niente ma mi sento di dire che non mi sembra proprio di far parte degli homo sapiens. Purtroppo temo che una cosa del genere potrebbe succedere di nuovo. Nonostante tutto dovrebbero esserci molti più libri scritti da tutte queste persone che hanno subito le conseguenze della follia umana. Spero proprio che delle ex SS che sono riuscite a sfuggire (perché ce ne sono) abbiano letto questo libro per poi mordersi i gomiti, sono stati fregati più e più volte dalla famiglia di Joseph, certo è una magra consolazione.
Lascio qui un riassunto di tutta la loro avventura cosicché ripassando possa in un lampo ricordarmi tutto quello che è successo a quei due bambini a cui è stata portata via l’infanzia e il padre.



Joseph e Maurice sono due fratelli, 10 e 12 anni, figli di un barbiere ebreo che lavora a Parigi. I due bambini fanno le elementari e tutto sembra piuttosto normale poi improvvisamente le cose cambiano quando una mattina la madre attacca sulla loro giacca una stella gialla con la scritta ebreo. Da quel momento vengono derisi dai compagni di scuola e ignorati dei professori. Tornando a casa da scuola, un compagno di classe di Joseph ha dato lui un sacchetto di biglie in cambio della sua stella gialla. La sera stessa genitori li mandano via. Gli danno i soldi per prendere il treno alla cui fermata sono riusciti a superare il controllo grazie ad un prete che ha detto ai tedeschi che i due bambini erano con lui. Dopo il treno hanno preso un autobus per arrivare al confine della Francia libera da quella occupata. Quella notte un fattorino del paese li ha aiutati a passare il confine, si sono poi rifugiati in una fattoria. Maurice quella notte non ha dormito ma ha aiutato altri profughi a superare il confine guadagnando molti franchi. Il giorno dopo si sono messi in marcia verso la loro prossima tappa, lontana circa 20 km. Fortunatamente un calesse passa e l’anziano signore che lo guida ha dato loro un passaggio. La regola principale che il padre dei due bambini ha dato loro è quella di negare sempre e comunque di essere ebrei e aveva infatti ragione dato che comunque quell’uomo era contro le tre leggi fondamentali che ultimamente la repubblica francese dettava ovvero libertà, uguaglianza e fratellanza. Raggiungo Marsiglia per prendere il treno per Mentone, dove incontrano i loro fratelli maggiori Henri e Albert che già lavorano e hanno anche un posto in cui stare. Passeranno qui quattro mesi in cui Maurice comincia lavorare come panettiere mentre Joseph va a lavorare in una fattoria poco fuori città. Dopo circa una settimana quando Jo torna a casa scopre che a casa è arrivata una lettera, i genitori sono stati catturati e presto verranno mandati in un campo. Henri parte e riesce a convincere i soldati che si è trattato di un equivoco, i genitori non sono ebrei. Vengono rilasciati e vanno a Nizza. Joseph e Maurice vengono mandati a scuola e trascorre un periodo tranquillo. Tutto cambia quando dei soldati bussano alla porta dei fratelli, lo Stato vuole che Harri e Albert si arruolino per andare a  combattere contro i tedeschi. Si parte per Nizza. 
I quattro fratelli e i genitori si stabiliscono a Nizza e mentre Herri e Albert lavorano come parrucchieri i due bambini vanno a scuola e accumulano un bel gruzzoletto grazie a scambi e traffici di beni di prima necessità. Va tutto bene fino all’8 settembre 1943 quando il maresciallo Badoglio firma l’armistizio. Nizza non è più occupata dall’Italia che si trova così a combattere contro i tedeschi. Ora Nizza è subito occupata dai tedeschi. La famiglia si divide di nuovo a gruppi di due. Joseph e Maurice vengono mandati in un campo per ragazzi dei Compagnons de France, i due fratelli si spostano in un’altra città. Un giorno Maurice e Jo accompagnano uno del campo con il camion delle consegne a fare rifornimento di beni a Nizza. Quando arrivano vengono catturati e portati insieme ad altri sospetti ebrei all’hotel Excelsior. Questa è la base della Gestapo in cui tiene i prigionieri prima di mandarli nei campi. 
Vengono tenuti li per un mese perché i tedeschi si rifiutano di mandarli ai campi finché non sono sicuri che sono ebrei. I due fratelli vengono liberati grazie all’aiuto di un curato cattolico che riesce a dimostrare che non soni ebrei con dei documenti falsi che attestano il loro battesimo e la loro comunione. Maurice e Jo tornano al campo ma poco tempo dopo devono ripartire, il direttore ha saputo che il loro padre è stato arrestato, si trova l’hotel. La madre è invece riuscita a fuggire. I due devono mettersi ancora in viaggio per raggiungere un paesino più a nord dove vive la sorella, Rosette con il marito. Lei li accoglie ma dice loro che devono andarsene, la Gestapo ha già fatto una retata anche quel paesino, sembra ci sia una spia. Così i due fratelli ripartono, diretti verso le Alpi dove raggiungeranno i loro fratelli. C’è anche la madre ma non possono stare tutti e cinque insieme, darebbe troppo nell’occhio. Maurice e Joseph vanno a lavorare in un paesino vicino, Maurice lavora in un hotel mentre Joseph fa le consegne per un libraio. Ci staranno fino all’estate del 1944. Inizialmente anche quel villaggio viene occupato da tedeschi ma quando viene liberato dai partigiani i due fratelli sono finalmente liberi, possono ritornare a Parigi, che è stata liberata. Sono passati tre anni da quando sono partiti da casa. Maurice torna in macchina con altri paesani mentre Joseph prende un treno affollatissimo di ebrei. Jo torna finalmente a Parigi e cammina fino a casa. Si ferma davanti al negozio della sua famiglia. I due fratelli sono già al lavoro, c’è anche la madre ma il padre invece non tornerà mai più.

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