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venerdì 31 agosto 2018

Mary Shelley, un amore immortale

Mary Shelley, un amore immortale

(Mary Shelley)

 

⭐️⭐️⭐️ (3/5)

 

 

Cast    

 

* Elle Fanning as Mary Shelley
* Douglas Booth as Percy Bysshe Shelley
* Tom Sturridge as Lord Byron
* Bel Powley as Claire Clairmont
* Stephen Dillane as William Godwin
* Ben Hardy as John William Polidori
* Maisie Williams as Isabel Baxter
* Joanne Froggatt as Mary Jane Clairmont

 

 

Riassunto


Nella Londra del 1814, Mary ha 16 anni e vive con il padre scrittore e libraio William Godwin e la sua matrigna Mary Jane Clairmont. 
La madre di Mary, Mary Wollstonecraft, è morta quando lei aveva solo 10 giorni. Mary Wollstonecraft era una donna particolare, una filosofa radicale e femminista, concetto all’epoca praticamente sconosciuto. La sua reputazione era stata distrutta quando vennero scoperte le sue idee piuttosto alternative di voler vivere con una coppia sposata. Amò un pittore il cui rifiuto la portò anche a tentare il suicidio.

Mary scrive di nascosto storie di fantasmi con cui diverte Charles e Claire, i suoi fratellastri figli della matrigna. Tuttavia Mary si scontra spesso con la matrigna tanto che il padre decide di mandarla per un po’ di tempo in Scozia a casa di suoi amici, i Baxter. Qui incontra per la prima volta lo scrittore Percy Bysshe Shelley e tra i due c’è subito un’intesa speciale.
Mary interrompe la sua permanenza dai Baxter quando riceve una lettera da casa: la sua sorellastra Claire sta male. Quando Mary arriva però scopre che era solo una finzione e Claire aveva finto di star male per farla tornare in quanto si annoiava, anche Claire non si trova bene in quella casa.
Con grande sorpresa di Mary una sera il padre invita Percy a cena e i due stringono anche un accordo di lavoro. 

Una mattina dopo che Mary e Percy sì sono ormai dichiarati il loro amore arriva una certa Harriet che dice a Mary di essere la moglie di Percy, porta con se anche sua figlia, la figlia dei due.
La matrigna se ne accorge e informa subito il padre di Mary che sdegnato le dà un ultimatum: sarà bandita da quella casa se continuerà la sua relazione con un uomo sposato. Mary decide di fuggire con Percy e la notte della fuga la sua sorellastra Claire le chiede di portarla via con sé e così sarà.
Percy, Mary e Claire  vivono per un po’ in un bugigattolo ma si trasferiscono ben presto in una grande casa. 
La vita lussuosa scorre e Mary rimane incinta mentre Claire li guarda piuttosto invidiosa.

Un giorno, Hogg, un amico Percy, viene in visita e fa delle avances a Mary che lei rifiuta fermamente. Quando lo racconta a Percy questo reagisce in modo del tutto inaspettato, invece di arrabbiarsi con il suo amico Hogg, rimane dispiaciuto del comportamento di Mary che non aveva accettato le avances. Percy aveva in mente un’idea ben diversa di relazione in cui Mary poteva vedere tutti gli uomini che preferiva in modo da garantire anche a lui la stessa libertà. Mary oltraggiata gli dice che non è affatto l’uomo che lei pensava che fosse.

Una sera i tre vanno al teatro per vedere uno spettacolo di scienza in cui viene professata la capacità di rivitalizzare i morti dando loro una scarica elettrica. Una scintilla che si accende nella mente di Mary che rimane affascinata e terribilmente interessata dall’argomento ovvero la capacità di riportare in vita i morti grazie all’elettricità.
Durante quella serata i tre fanno un importante incontro, si presentano a lord Byron, che sembra avere subito una perfetta intesa con Claire.

Nasce Clara, la primogenita di Mary.
Una sera Percy torna di corsa a casa e dice che devono andarsene, stanno arrivando i creditori e non possono farsi assolutamente trovare in casa. Mary è preoccupata, fuori sta piovendo, fa freddo e Clara sta già male, il dottore ha detto che deve rimanere al caldo. Percy la convince ad uscire lo stesso, non possono assolutamente rimanere in quella casa ma devono tornare in quella piccola in cui stavano all’inizio.

Clara muore e Mary cade in uno stato di depressione profondo e anche di disprezzo per Percy.
Claire dice di essere incinta a sua volta, il padre è Byron che li ha invitati nella sua villa a Ginevra.
Convinta con difficoltà Mary a partire i tre raggiungono la sontuosa villa di Lord Byron in cui incontrano anche un altro ospite, uno scrittore, il dottor Polidori.
La vita di Lord Byron è sfrenata e senza regole, fatta di alcol droghe e idee scritte su pezzi di carta e appese sui muri di tutta la casa. 
I giorni passano nell’ozio e nella sregolatezza. Durante un periodo di intense piogge che costringono i cinque a stare sempre chiusi in casa, una sera Lord Byron propone agli altri una gara, avrebbero dovuto scrivere una storia di fantasmi e la più emozionante avrebbe vinto. Claire pensa di poter partecipare ma Byron le dice chiaramente che lei dovrà solo ricopiare le loro storie. Byron considera le donne nettamente inferiori agli uomini e non si fa problemi a dirlo.
Claire rimane piuttosto delusa per questo e gli chiede come mai Byron tratti così il suo amore, ovvero lei. Byron le dice che lei non è affatto il suo amore e che non prova niente per lei, provvederà al figlio ma non vuole avere niente a che fare con Claire, è stata solo un’avventura.
Percy riceve un’amara notizia, sua moglie Harriet si è uccisa.

Una mattina Polidori dice a Byron di aver cominciato a scrivere una storia di vampiri per la gara. Byron lo prende in giro pesantemente provocando anche lo sdegno di Mary.
Nel frattempo Mary cerca di consolare Claire ma si accorge che la permanenza in quella casa è deleteria per tutti, devono tornarsene a casa.

Una volta a casa Claire decide di tornare dai genitori.
Lo squallore della vita, il modo in cui è stata trattata Claire e il modo stesso in cui è stata trattata Mary dall’uomo che amava ovvero Percy creano in lei una tempesta di emozioni che la porta finalmente a scrivere la sua storia. Mary prepara così il suo Frankenstein e lo fa leggere a Percy. Questo rimane estasiato però le consiglia di cambiare il finale, non un mostro che rimane tale ma un mostro che magari diventa anche un angelo in quanto creato dagli uomini, un finale che potrebbe dare delle speranze a chi legge. Mary rifiuta fermamente e dice che non ha senso dare false speranze, la storia deve rimanere così nella sua crudezza e concretezza. Mary rifiuta la proposta di Percy di portare lui stesso quella storia ai suoi editori, sarà lei a farlo.
L’impresa si rivela piuttosto difficile, tutti gli editori rimangono scioccati dal fatto che sia una donna a scrivere una storia e non le permettono di avvalersi dei loro servigi. L’unico editore che accetta è quello che le pone un compromesso: il libro non avrebbe dovuto riportare il suo nome ma un’introduzione da parte di Percy.

Mary è costretto ad accettare e quando lo dici a Percy questo non sembra capire la gravità della cosa, con la sua introduzione e senza il nome di Mary quel libro sarebbe passato come scritto da Percy. L’assenza di empatia da parte di Percy provoca la rabbia di Mary che esaspera Percy a tal punto che se ne va. 
Polidori va a trovare Mary e le fa vedere un libro, il vampiro di Lord Byron. Byron aveva rubato quel racconto che aveva disdegnato e l’aveva pubblicato a suo nome e nulla aveva potuto fare Polidori per reclamarne i suoi diritti, nessuno gli credeva.


Mary scrive sul suo libro in uscita una dedica al padre che fa sì che una volta che questo legga il libro capisca che è stato scritto dalla figlia.
Il libro diventa subito un successo e un giorno il padre di Mary invita diversi studiosi nella sua libreria oltre a Percy e a Mary. Percy chiamato a parlare del libro che tutti pensano essere stato scritto da lui rivela la verità: Mary è la sola e unica autrice.
Questo gesto riavvicina i due che seppur non vedendosi da mesi non hanno mai smesso di amarsi profondamente.

Nell’ultima scena vediamo Mary che osserva il suo libro in vetrina, Frankenstein di Mary Shelley, si è sposata con Percy e hanno avuto un figlio.

Finito il film compaiono delle scritte che ci informano degli sviluppi futuri dei personaggi:

Polidori non è riuscito a superare il fatto che Byron gli abbia rubato la sua più brillante idea e una vita sregolata causata dalla delusione l’ha portato a una morte prematura intorno ai 25 anni.
Neanche Percy raggiunse i suoi trent’anni e muore in un incidente forse causato dalla depressione.
Byron si occupa della figlia allegra che ebbe da Claire che però morì a 10 anni.
Mary non si ho più risposata dopo la morte di Percy e morì a 53 anni.

 

 

Commento

 

⭐️⭐️⭐️ (3/5)

 

Ho letto Frankenstein per la prima volta quando avevo l’età di Mary quando lo scrisse. Non me lo ricordo assolutamente, non penso solo per il fatto che siano passati molti anni ma per il fatto che forse non lo sentivo, non riuscivo ad entrare completamente nell’ottica di Mary.

Un film che può essere visto assolutamente anche senza aver letto il libro anche perché più e più volte durante i dialoghi se ne ha una completa e precisa visione.
Mary scrive da tutta la vita, cresciuta in un ambiente letterario e pieno di stimoli non può far altro che scrivere anche lei anche se il padre le dice che sta solo utilizzando le idee degli altri senza scrivere qualcosa di sé. Forse ha ragione e forse saranno proprio le esperienze che Mary vivrà dal momento in cui lascerà la sua casa a generare in lei la vera trama del suo libro. Forse è lo stesso motivo per cui non sono riuscita ad apprezzare nella prima lettura Frankenstein perché non ero uscita dalla casa come aveva fatto Mery per poterlo scrivere.

La storia di Mary inizia a 16 anni, piuttosto giovane viene travolta da 1000 emozioni tutte causate soprattutto dall’uomo che ama dal primo momento in cui lo vede Percy. Il tempo della storia del film è di due anni ma succedono così tante cose che è difficile credere che la ragazza abbia solo 18 anni quando porta il suo manoscritto agli editori.
Ovviamente i tempi erano diversi all’epoca ma forse le relazioni venivano vissute più in profondità, anche a discapito di andare contro l’opinione pubblica. Basti pensare alla madre di Mary sdegnata da tutti quando vengono scoperte le sue strane imoulsioni ovvero di voler vivere con una coppia sposata. Una donna che comunque è stata scelta uno stimolo al femminismo nella modernità, lei che parlava di femminismo quando le donne non potevano neanche scrivere libr. Donne che anche secondo Byron non sono in grado di fare niente di creativo, è assolutamente impossibile concepire l’idea di una donna che scrive ed ecco perché nessun editore rischia, un libro scritto da una donna non è accettabile.
Il motivo per cui Mary riesce a scrivere Frankenstein è il messaggio del film.
Mary è rimasta segnata dal modo in cui è stata trattata da Percy che è pressappoco lo stesso in cui Byron ha trattato Claire.

Frankenstein crea un mostro e parallelamente Mary pensa a se stessa come creata da Percy, la versione di se che è stata creata da Percy che poi lui ha buttato via. Frankenstein crea un mostro che poi non riesce ad accettare, un mostro che gli fa paura, una creatura che prima viene voluta e poi viene bistrattata e allontanata. Il mostro è tale non solo per il suo aspetto ma anche per il modo con cui viene trattato. Se fosse stato amato e accettato per quello che era non avrebbe creato tutta quella distruzione che ne conseguirà. 

Un messaggio importante, a volte alcuni gesti sono fondamentali, la scelta della propria strada crea conseguenze e quando si intreccia con quella degli altri crea conseguenze non solo personali ma anche nella vita di quelli con cui interagiamo, nel bene e nel male. 

Byron afferma che se una donna provoca un uomo questo può fare solo una cosa, ma Mary risponde che non è vero c’è sempre un’altra strada. Allo stesso modo c’era anche un’altra strada per Frankenstein, se avesse apprezzato la sua creatura e se fosse riuscito a superare lo sdegno per il suo aspetto e la paura per quello che aveva creato le cose sarebbero andate meglio per tutti. Conseguenze.

Mary riesce a scrivere con passione perché nonostante la fantascienza del riportare in vita una creatura morta il messaggio è reale e attuale: non dobbiamo avere paura di quello che creiamo e dobbiamo rispettarlo perché le persone non sono oggetti e qualsiasi azione ha una conseguenza, così come Frankenstein trattando male la sua creatura ha generato il vero mostro così Percy rivelandosi ben diverso da quello che sembrava ha creato la tristezza che in Mary ha generato quel libro.

Spero che nessuno sia rimasto sconvolto dal fatto che gli editori non volevano pubblicare libri scritti da donne, cosa che comunque sta succedendo tuttora, basti pensare a J.K. Rowling che nel lontanissimo 1997 non poteva assolutamente scrivere il suo vero nome sulla copertina di Harry Potter e fu per questo costretta ad inventarsi la prima lettera di un fantomatico secondo nome, K. L’editore inglese pensava che era meglio non mettere il nome di una donna in copertina per garantire un maggiore successo alla sua opera. Erano passati quasi 200 anni.


Per quanto riguarda la tecnica, il film scorre velocemente, non è mai noioso ed è fatto di tutte scene essenziali, non c’è mai niente di scontato e inutile. La fotografia è interessante anche se comunque non fondamentale ai fini della storia. Degna di nota la colonna sonora eseguita da un’orchestra che propone un motivo originale orecchiabile e scelto con cura.
Un film da rivedere e soprattutto un libro da leggere.

 

Questa è la frase all’inizio del libro:

 

“Ti ho chiesto io, creatore, dalla creta di farmi uomo? Ti ho forse sollecitato io a trarmi dall’oscurità?” John Milton, Paradiso perduto

 

 

 

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