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giovedì 18 ottobre 2018

Mirai - recensione

Mirai

 

Titolo originale 🎥  未来のミライ (Mirai no Mirai, Il futuro di Mirai)
Lingua originale 💬 Giapponese
Regia 🎬 Mamoru Hosoda
Produttore 💵
* Yuichiro Saito
* Genki Kawamura
* Takuya Itô
* Yûichi Adachi
Sceneggiatura 📄 Mamoru Hosoda
Musica 🎵 Masakatsu Takagi
Fotografia 📷 Ryo Horibe
Montaggio 🎞 Shigeru Nishiyama
Casa di produzione 💵 Studio Chizu
Distribuzione 🎟 Toho
Distribuzione Italia 🎟 Nexo Digital
Durata ⏱ 100 minuti
Paese 🌍 Giappone
Anno 📆 2018
Data uscita:
16 Maggio 2018 (Cannes)
20 Luglio 2018 (Giappone)
15-16-17 Ottobre 2018 (Italia)

 

 

 

Doppiatori originali


Moka Kamishiraishi: Kun
Haru Kuroki: Mirai
Gen Hoshino: padre
Kumiko Aso: madre
Mitsuo Yoshihara: il Principe, Yukko
Yoshiko Miyazaki: nonna
Kōji Yakusho: nonno
Masaharu Fukuyama: Kun del futuro

 

 

Doppiatori italiani


Tatiana Dessi: Kun
Roisin Nicosia: Mirai
Maurizio Reti: padre
Irene Di Valmo: madre
David Chevalier: il Principe, Yukko
Daniela Cavallini: nonna
Sergio Luzi: nonno

 

 

 

Riassunto

 

Prima della nascita di Kun, i suoi genitori si trasferiscono in una casetta in periferia con un ampio giardino in cui c'era un albero. Con il tempo essendo lui un architetto ampliano la casa trasformandola ma senza abbattere l'albero così che al centro della loro abitazione c’è uno spazio aperto proprio con l'albero, un giardino interno. Sempre prima della nascita di Kun i due comprano un cane, Yukko. Nasce Kun e poi dopo alcuni anni anche sua sorella, Mirai. 
Mentre Kun aspetta con la nonna (la madre della madre) l’arrivo della piccola, comincia a nevicare. Dopo l’arrivo della neonata a casa la madre è esausta e si addormenta invece di prestare attenzione a Kun si accorge con dispiacere che le cose sono cambiata in peggio per lui.
Kun è arrabbiato perché nessuno lo calcola, sono tutti concentrati sulla piccola Mirai. 
Un giorno prova a giocare con lei, le riempi la culla dei treni giocattoli che lui ama, ma la madre non approva, è ancora troppo piccola. 
Mentre i genitori si stanno occupando del bucato, Kun si avvicina alla piccola e comincia a toccarle la faccia e la infastidisce tanto che si mette a piangere. La madre accorre e Kun si arrabbia, le da un treno in testa. La madre è sempre più furiosa, Mirai piange disperata e Kun anche scoppia in lacrime e dice alla madre che è solo una strega.
Furibondo Ken se ne sta andando nella stanza dei giochi passando per il giardino quando sente una voce. C’è un ragazzo seduto in una panchina. Il giardino è ora più ampio e fiorito, c’è anche una fontana. Il ragazzo dice di essere il Principe, il Principe della casa, e racconta la sua storia: prima lui era amato dai genitori di Kun poi da quando era nato lui era stato messo da parte, che avevano comprato cibo scadente E non giocavano più con lui. Ken guarda sotto il cappotto del Principe e scopre che ha la coda, ha capito, quello è Yukko. Allora gli stacca la coda e se la mette trasformandosi lui stesso in Yukko, correndo per tutta la casa. Quando tornerà normale dirà ai sui genitori che devono comprare un cibo migliore per il loro cane.

Il padre sceglie finalmente il nome per la piccola, Mirai, che significa “futuro”.

Il 3 Marzo, quando Mirai ha tre mesi, la madre espone le bambole Hina (雛人形, hina-ningyō). Queste bambole rappresentano un imperatore e un'imperatrice, vengono disposte il 3 marzo per la festa delle bambine (l’Hinamatsuri 雛祭り, Hina-matsuri).
Si pensa che le bambine "passino" la sfortuna alle bambole, mentre i familiari pregano affinché vengano loro date bellezza e salute.
I nonni (i genitori della madre) vengono in visita per festeggiare la piccola e la nonna dice che la leggenda racconta che le bambole vanno tolte il giusto giorno (il giorno seguente) in quanto se ci si scorda di toglierle la bambina si sposerà con un anno di ritardo per ogni giorno che vengono lasciate esposte in più.
Kun viene deluso anche dal nonno che vuole fare un video con il suo iPad solo alla piccola.
Il giorno dopo la madre di Kun torna al lavoro e se ne starà via per due giorni lasciando tutta la casa nelle mani di suo marito. 
La mattina il padre porta Kun all’asilo e poi lo va a riprendere, Kun è furibondo, voleva essere portato dalla madre e strilla: non voglio te.
Nel pomeriggio suo padre sta lavorando al computer, Kun sta mangiando dei biscotti a forma di balena, vorrebbe giocare con sua sorella ma questa essendo troppo piccola non può interagire con lui, Kun le riempie la faccia di biscotti. Kun torna nel suo giardino e si ritrova in una specie di giungla racchiusa in una grande cupola. Ci sono dei biscotti a terra, li segue e trova sua sorella Mirai da grande, adolescente, con una balena-biscotto in faccia. Mirai chiede a Kun di rimettere a posto le bambole in quanto il padre si è scordato. Anche con l'aiuto di Yukko riescono nell'impresa senza farsi scoprire.

Quando il padre è andato via per lavoro, la madre una mattina gli fa vedere l’album delle foto, c’è una foto di lei da piccola con suo fratello. La madre teneva in mano un gatto di peluche, un regalo della nonna dice. Allora Kun comincia a dire che vuole anche lui un regalo, una bicicletta.
La madre gli dice che non è il suo compleanno e vuole che Kun rimetta a posto prima dell’arrivo della nonna. 
Kun comincia a fare i capricci, non vuole mettere a posto e urla alla madre che non le sta simpatica e se ne va in giardino. Qui sotto la pioggia si ritrova in un prato, con dei pesci che volano nell’aria umida. C’è Mirai adolescente che gli chiede di essere più gentile con la madre ma Kun risponde che non ci riesce, dice che per lui tutto è più difficile perché non è carino come Mirai e Yukko. Poi fugge via, tra un branco di pesci e si ritrova  magicamente in un altra città, dove incontra la madre da piccola, quando aveva più o meno la sua età. La madre dice che ha preparato foglietto per la nonna, vuole il permesso di tenere un gatto, glielo lascia nella scarpa; poi lo porta a casa sua dove c’è un acquario con gli stessi pesci che volavano in giardino. I due bambini per divertirsi fanno un disastro, mettono tutto a soqquadro finché non arriva la madre della madre ovvero la nonna di Kun che viene mandato fuori. La nonna è sconvolta per l'enorme disastro che i due hanno lasciato per tutta la casa divertendosi comunque un mondo.
La madre di Kun e Mirai parla con sua madre e dice come ora pensi soprattutto al bene dei figli. Sua madre che risponde che l'importante è che i bambini abbiano dei desideri propri. 

Ad agosto, Mirai ha 9 mesi e il padre porta lei e Kun in un grande parco. Kun viene in sella alla sua bicicletta e quando vede altri bambini sfrecciare per il prato senza rotelle chiede al padre di togliergliele. Nonostante tutti i suoi sforzi Kun non riesce a trovare il suo equilibrio e torna a casa scoraggiato. Comincia a fare i capricci e finisce col dire al padre che non gli sta simpatico, per poi andarsene in giardino. Qui ha un’altra visione, si ritrova in un garage, c’è un uomo che aggiusta una motocicletta. Kun pensa che si tratti di suo padre. Si avvicina e poi segue l’uomo che raggiunge una stalla. Quando Kun dice che non ha mai visto un cavallo, l’uomo prende  un cavallo e vanno a fare una cavalcata in campagna. Kun è spaventato, ha paura. L’uomo gli dice che non deve aver paura, se riuscirà a guardare avanti potrà guidare qualsiasi cosa, un cavallo, una motocicletta, anche un aereo. Salgono poi in sella ad una motocicletta, percorrono una strada sul mare e l'uomo gli dice che si è ferito alla gamba in guerra, durante un attacco kamikaze alla nave in cui si trovava.  

Il giorno dopo Kun vuole tornare al parco e riprova ad andare in bicicletta senza rotelle e ripensando quello che gli aveva detto quell’uomo ci riesce, conquistandosi anche la stima degli altri bambini che lo coinvolgono nei loro giochi.
Una volta a casa Kun osserva con i genitori l’album delle foto di famiglia e scopre che quell'uomo non era suo padre ma il suo bisnonno vissuto all'inizio del secolo. Il bisnonno lavorava in una fabbrica di pezzi per costruire aerei, poi era andato in guerra e una volta tornato aveva lavorato in una fabbrica di motociclette.

È ancora agosto, la famiglia si sta preparando per andare a festeggiare in campeggio. Kun comincia a fare i capricci, voleva i suoi pantaloncini gialli ma il padre gli aveva messo quelli blu. La madre gli dice di calmarsi allora Kun sempre più arrabbiato dice che vuole rimanere a casa. Finge di nascondersi per essere cercato ma quando non arriva nessuno si accorge che gli altri se ne sono andati. Va nel giardino dove trova una ferrovia, e vicino alla ferrovia c'è un casottino, una fermata. Kun entra e trova un ragazzo (lui adolescente). Questo gli dice che sarebbe dovuto essere contento di andare a festeggiare con la sua famiglia, andare a catturare insetti e ad assistere ai fuochi d'artificio come tutti in quel campeggio che rappresenta una vera miniera di bei ricordi. 
Arriva il treno, si ferma, si aprono le porte e Kun sta per salire. Il ragazzo gli dice di non farlo ma Kun sale lo stesso e dopo un viaggio più o meno lungo si ritrova alla stazione di Tokyo. Ci sono i tutti treni che lui adora, i modellini dei quali sono i suoi giocattoli preferiti. Il treno è arrivato al capolinea quindi deve scendere. Kun si ritrova in una caotica stazione in cui tutti sanno dove devono andare e cosa devono fare, si trova immerso in una vita frenetica per lui tutta nuova. Annunciano la scomparsa di due bambini che vengono subito raggiunti dai loro genitori. Kun si rende conto di essersi perso. Allora decide di andare all’ufficio oggetti smarriti, c’è un robot che gli chiede se ha smarrito se stesso e Kun risponde di si. Poi il robot gli chiede il nome di un suo familiare, altrimenti non può aiutarlo. Kun non sa dirne nessuno allora il robot gli dice che avrebbe dovuto prendere lo shinkansen che prendono tutti i bambini smarriti che lo avrebbe portato alla Terra dei Bimbi soli. Kun si ritrova nel binario e arriva un treno spaventoso, siate la porta e vieni risucchiato dentro, anche i sedili sono spaventosi, esce in lacrime. Poi vede sul binario la piccola Mirai che sta per essere risucchiata anche lei dal treno minaccioso. Kun la salva E poi ascolta altri vecchi treni parlare di lui, che non sa chi è. Allora Kun urla di essere il fratello maggiore di Mirai! Il robot dell'ufficio lo sente, dice che adesso può aiutarlo. La piccola scompare e arriva la grande Mirai, fluttua in aria e prende il fratello per mano. Volano via, chi dice che deve portarlo a casa, volano sopra l'albero del giardino E lei li dici che quello il libro della loro famiglia, contiene tutti i capitoli del passato del presente del futuro, Contiene l'albero genealogico e deve riportare in piccolo Kun al suo tempo. Entrano nell'albero, ci sono le foglie sui rami genealogici, c’è una rondine che vola. Passano sopra un campo, Mirai gli fa vedere loro padre da piccolo, era caduto dalla bicicletta, stava cercando di imparare ad andarci, a causa della sua gracile costituzione l'aveva potuto fare solo alle elementari.
Volano ancora, c'era madre da piccola, ha trovato una piccola rondine morta, caduta dal nido a casa di un gatto, da quel momento la madre aveva smesso di amare i gatti. Ancora avanti c'è un bambino seduto nell'erba vicino alla madre, Kun chiede chi è e Mirai gli dici che quello è Yukko, quello è il giorno in cui ha lasciato sua madre per andare a vivere con loro. Passa una nuvola e li rivela sotto forma di un cucciolo vicino ad una cagnolino. Continuano a andare avanti, volando inseguendo la rondine tra i rami dell'albero genealogico, vedono il bisnonno, ferito, naufrago Durante la guerra che trova la forza di tornare a riva. Poi il bisnonno che incontra la bisnonna, lui con la gamba ormai ferita per sempre la sfida ad una gara di corsa, quella storia che Kun aveva sentito dalla madre, i suoi bisogni si erano incontrati innamorati grazie a quella gara. La bisnonna comincia correre poi quando lo vede zoppicare si ferma, lui passa e vince la gara sigillando la loro amicizia. Un'altra scena che vedono e quella di un ragazzo, lo stesso che era nel casottino, poi c'è anche Mirai adolescente che gli spiega che quello sarà lui da grande.
Volano e volano, Mirai gli dice che grazie a tutti i piccoli gesti che hanno compiuto i loro antenati ora loro sono vivi.

Kun si ritrova a casa davanti alla lavatrice, si apre quando il bucato è pronto e fuori rotolano i pantaloncini gialli tanto agognati. Kun fa per cambiarsi ma poi ci ripensa, in effetti non sono poi così importanti.
Scende e trova tutta la sua famiglia, I genitori stanno caricando la macchina E parlando tra di loro ammettono di essere migliorati, grazie figli sono riusciti a superare tutti quei difetti che inizialmente mostravano. Nella sala dei giochi Kun trova Mirai che lo guarda interessata, finalmente tra di loro c'è una vera intesa. Quando i genitori li chiamano per partire loro urlano felici, stanno arrivando.

 

 

Commento

 

⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️ (5/5)

 

Ero un po’ scettica, le trame con al centro la famiglia mi lasciano sempre un po’ perplesse in quanto non lo trovo uno degli argomenti per me più interessanti. Ad ogni modo sarei andata sicuramente a vederlo innanzitutto perché di anime se ne vedono davvero pochi al cinema in Italia e poi perché a prescindere dalla trama la grafica dal trailer sembrava sensazionale: è stato tutto meraviglioso sia i disegni che la trama.

Non penso sia facile intrattenere slo spettatore per 100 minuti presentando solo i primi nove mesi di una neonata che sconvolge la vita di suo fratello. Eppure non mi sono mai annoiata, il film è stato un crescendo di emozioni, divertente ma anche stimolante, profondo. Il tema principale non viene trattato in modo scontato, si presenta la realtà dei fatti dal punto di vista di un bambino che si ritrova l’ambiente domestico sconvolto da questa nuova presenza infantile. 

Uno dei personaggi che ho maggiormente amato è stato Yukko, un modo originale di presentare un cane. Quando Kun vede il principe ovvero il cane in forma umana questo gli fa presente che prima del suo arrivo era lui il principe della casa, poi da quando era comparso Kun, lui, Yukko, era stato messo da parte. Il bambino non sapeva che quel sentimento che il cane chiama gelosia è esattamente quello che stava provando lui. Ho davvero apprezzato l’espressione di una certa “umanità” in Yukko, nelle dinamiche familiari, come a dimostrargli rispetto. Mai la importanza el cane è stata data per scontata, non è mai una presenza accessoria, Yukko è un vero e proprio personaggio sulla scena. Sono rimasta toccata quando alla fine tornando in volo a casa Mirai fa vedere a suo fratello quel bambino seduto nel prato con la madre, quello è il loro cane, il giorno che ha dovuto lasciare la sua mamma per andare a vivere con loro. In quel momento ho assegnato la quinta stella, stupenda e profonda visione del mondo canino. Già il film stavo andando sempre meglio ma lì mi ha lasciato davvero di stucco. 

Una trama semplice ma fatta di più storie intrecciate che spiegano il concetto dell’importanza della collaborazione familiare e che spiegano come gli antenati abbiano reso possibile il presente. Mirai lo dice chiaramente, l’insieme di tutte quelle piccole azioni del passato che i loro bisnonni, nonni e genitori hanno scelto di fare ha reso possibile la loro esistenza nel presente.

Ingegnosa poi l’idea della casa che cresce intorno all’albero, che lo lasciano con un giardino scoperto e interno, come a voler rispettare anche la vegetazione. Proprio quel giardino, quel tratto di verde risparmiato, si anima e diventa il portale attraverso cui Kun riesce a viaggiare per riflettere e capire tutto quello che gli sta succedendo. 
Nel primo momento in cui il giardino si era ampliato mostrando la panchina su cui sedeva il cane ho subito detto “wow”. La grafica mi ha lasciato senza parole, ha reso possibile ma magia del giardino misterioso. 
Ho amato quel momento in cui Kun parlando con Yukko umano gli stacca la coda e se la mette e diventa un cane. Eccezionale, emozionante. Mi sentivo anche io stessa capace di farlo, con quello spirito di Kun correvo anche io sotto forma di cane e sentivo tutta la felicità che avrebbe generato l’effettivo farlo.

Interessante anche  l’idea che Kun incontra sua sorella da grande sempre passando attraverso questo giardino, geniale. Io non ci avrei mai pensato. Poi degni di nota i viaggi in cui Kun incontra la madre da piccola che faceva un disastro in casa come lui, il bisnonno che gli ha imparato ad andare in bicicletta, portandolo a cavallo e in moto, con delle sequenze spettacolari.


Mi sono piaciuti anche i nonni, sempre quella famiglia allargata giapponese che è così unita e sincera, perlomeno da tutti gli anime che ho visto ho sempre intuito la potenza di legami affettivi della famiglia giapponese, sempre presente intorno ai protagonisti delle varie storie.

La trama principale è molto semplice ma è arricchita dalla magia dei viaggi di Kun e dalla magia intrinseca delle semplici azioni che compongono la vita di tutti i giorni, la cui presentazione rende questo film davvero emozionante e anche un po’ commovente. Toccante la naturalezza con cui Mirai mostra a Kun l’albero genealogico, il libro della famiglia rappresentato da quell’albero nel loro giardino, fatto di foglie tutte di uguale importanza, che sono le azioni del passato che si riflettono poi sul presente rendendolo possibile.

Non penso di esagerare nel dare cinque stelle perché quel tanto di fantasia estrema tipica solo degli anime giapponesi mi lascia a bocca aperta.
Non penso si tratti solo di fantasia del piccolo Kun ma la voglio vedere come magia vera e propria. C’era veramente il principe della casa e poi Mirai da grande e tutti gli altri, non erano solo visioni infantili. A volte le cose sono inspiegabili, ma è proprio questo che rende questa storia magica e appassionante.

Mi chiedo come possano venire in mente idee tanto geniali, tutti questi viaggi mistici partendo da un giardino che è come una porta verso un percorso nel libro della famiglia. Sono rimasta piacevolmente stupita. 

 

Grazie al regista per il suo messaggio iniziale ai fan italiani che sono andati a vedere il film. Grazie a te, era contento che il film fosse arrivato anche in Italia. Anche io, non sai quanto.

 

Dopo i titoli di cosa c’è un video, la versione italiana del “Mirai Theme” cantata da due ragazze che si presentano come “The Match”.

 

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