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martedì 16 ottobre 2018

Una storia senza nome

 

Una storia senza nome

 

Lingua originale 💬 italiano
Regia 🎬 Roberto Andò
Produttore 💵
Soggetto 📄 Roberto Andò, Angelo Pasquini
Sceneggiatura 📄 Roberto Andò, Angelo Pasquini, Giacomo Bendotti 
Musica 🎵 Marco Betta
Fotografia 📷 Maurizio Calvesi
Montaggio 🎞 Esmeralda Calabria
Casa di produzione 💵 Bibi Film, Rai Cinema
Distribuzione Italia 🎟 01 Distribution
Durata ⏱ 110 minuti
Paese 🌍 Italia, Francia 
Anno 📆 2018
Data uscita 📆  20 settembre 2018

 

 

Cast

 

Micaela Ramazzotti: Valeria Tramonti
Renato Carpentieri: Alberto Rak
Laura Morante: Amalia Roberti
Jerzy Skolimowski: Jerzy Kunze
Antonio Catania: Vitelli
Gaetano Bruno: Diego Spadafora
Marco Foschi: Riccardo
Martina Pensa: Irene
Renato Scarpa: Onofri
Silvia Calderoni: Agate
Alessandro Gassmann: Alessandro Pes

 

 

Riassunto

 

Valeria lavora come segretaria in una casa di produzione cinematografica e vive da sola in un appartamento di fronte a quello della madre Amalia. 
Alessandro Pes è uno sceneggiatore senza più idee e paga sottobanco Valeria per scrivere tutto quello che presenta e che ha un grande successo. Valeria e Alessandro hanno anche avuto una storia che non è durata essendo Alessandro un uomo abituato a sedurre chiunque.
Un giorno al mercato del pesce Valeria viene avvicinata da un uomo ti rilascia un biglietto da visita e la richiama casa. Dice di avere una storia per lei.

Valeria accetta l'invito, neanche scrivere un nuovo soggetto per Alessandro, c'è un nuovo produttore Diego Spadafora. 
L’uomo misterioso che incontra Valeria si chiama Alberto e le comincia a raccontare la storia di un critico d'arte ucciso in un parcheggio sotterraneo. Sul giornale la notizia veniva descritta come l'omicidio commesso da un barbone che era stato trovato poi dalla polizia, ma Alberto sa che non c'era nessun barbone, la notizia è stata manipolata.
La storia continua con un flashback, il critico d'arte veniva portato segretamente in una villa in cui era conservato il celebre dipinto della Natività dipinto da Caravaggio, rubato a Palermo nel 1969 è mai più ritrovato. Dunque il critico d'arte era stato ucciso perché sapeva troppo.

Valeria usa questa storia per comporre la sceneggiatura che dà ad Alessandro. Alessandro lo consegna alla casa di produzione che lo apprezza così tanto da decidere di trarne un film nominando come regista Kuntz.
La trama del film attira la mafia che sequestra Alessandro chiedendogli come abbia fatto a scoprire quella storia. Alessandro non capisce la situazione in quanto non ha neanche letto la sceneggiatura e quindi non risponde cosicché lo picchiano tanto da indurlo in uno stato comatoso per poi abbandonarlo.

Essendo Alessandro in coma Valeria è costretta trovare trovare un espediente per continuare a mandare la sceneggiatura, invia il suo lavoro via e-mail firmandosi come Mister X. 
La casa di produzione trova il regista e subito iniziano le riprese. 

La mafia manda Muzio, un hacker, per capire da dove provengano le e-mail. Valeria avevo usato il computer della madre e quindi Muzio arriva a Amalia. Muzio dice quello che ha scoperto a Spadafora e Valeria origliando scopre il pericolo che sta correndo la madre. Finge di voler sedurre Muzio e si fa portare a casa sua con l'intento di bloccare la sua indagine. Trovandosi in difficoltà e non sapendo come andare avanti Valeria chiama Alberto che fa sparire Muzio e la tira fuori da quella situazione.

Tutta la troupe e anche Valeria vanno a Palermo per le riprese.
Riccardo, attore protagonista del film, lavora per la mafia, la seduce per prenderle il computer ma poi non consegna niente alla mafia essendosi innamorato di lei. Alberto lo raggiunge E riprende quello che le ha rubato ovvero la sceneggiatura.

Il film va avanti e approfittando della scena del furto ricreata dal regista, la mafia sostituisce la copia realizzata dall'artista per il film con l'originale. Tutto ciò per riuscire a fare uscire l'originale da Palermo E superare i numerosi controlli.


Nel frattempo Alessandro si sveglia dal coma ma finge di essere ancora in quello stato per paura di essere ucciso.
La mafia organizza una compravendita con lo Stato, Il presidente del consiglio si riunisce con pochi politici per discuterne insieme al ministro per i Beni Culturali. Alberto informa Valeria di quello che sta per succedere, tutto era stato predisposto da lui per arrivare questo momento. Alberto ha ancora bisogno di Valeria, lo deve aiutare durante la compravendita che avverrà a Palazzo Chigi.
Ci sarà bisogno anche di Amalia che aiuterà il Ministro per i beni culturali a dire le giuste parole per far saltare la compravendita. Alberto invia ai dispositivi dei politici presenti in sala delle immagini della loro vita privata facendo di capire che sono ben osservati.
Nel palazzo mentre se ne sta andando Valeria incontra Agati, un boss latitante di cui Alberto le aveva parlato. Agati aveva cambiato sesso, era diventato una donna. Alberto riesce ad aiutare Valeria ad uscire da quella situazione e manda lei e la madre in un appartamento sicuro. 
Alcune ore dopo alla tv il telegiornale annuncia la morte di Alberto per un incidente stradale. Amalia confessa a Valeria che Alberto era suo padre, avevano avuto una breve relazione mentre indagavano insieme. Inizialmente furibonda Valeria non capisce come mai la madre abbia tenuto suo padre lontano dalla sua vita ma poi si riappacificano.

Sei mesi dopo Alessandro e Valeria stanno parlando con un commissario di polizia, Alessandro confessa di non aver mai scritto nessun soggetto, è tutto merito di Valeria. Si tratta della scena finale del film, proiettato in un cinema durante la prima. I veri Valeria e Alessandro sono in platea insieme agli attori che li interpretano. Vicino a Valeria siede un prete, è Alberto, non è morto ma vive sotto copertura per fuggire alla mafia. La saluta e se ne va.

 

 

Commento 

 

⭐️ ⭐️ ⭐️ (3/5)

 

La prima cosa da dire è che il film è molto diverso dall’idea che uno si fa guardando il trailer. Il trailer dava l’idea di qualcosa di molto scuro, pesante, tenebroso e anche misterioso legato al furto di questo quadro. Il film invece è in realtà molto più leggero, molto più italiano, chiaro ma anche scorrevole. Intendo chiaro di luce, non è una storia oscura ma una storia di quelle raccontate in modo leggero seppur piuttosto intricata. Ammetto che una volta finito il film ho dovuto fare mente locale per capire i vari passaggi, penso che a volte la trama si sia un po’ troppo ingarbugliata; momenti di film “normale” erano seguiti da intrecci spaventosi e si intrecciava non solo la trama in sé stessa ma anche la trama con la realtà e anche con la trama del film che stava venendo creato nel film.
Quindi c’erano tre filoni:
* la realtà del furto del dipinto dello spettatore
* la finzione della trama del film che si riallaccia alla nostra realtà con i protagonisti del film
* la finzione del film creato nel film che si riallaccia anche questo alla nostra realtà, con i protagonisti del film interpretati da personaggi che interpretano attori

Quindi c’erano tre fili ed è venuta fuori una treccia con un risultato finale gradito, gradevole e inaspettato. È stato un ottimo esperimento, decisamente qualcosa fuori dall’ordinario anche se spesso si nota quello stile alla fiction della Rai, il film infatti è prodotto dalla Rai. 

Una delle cose più belle è stato il finale quando l’ultima scena si rivela essere quella del film creato nel film e la telecamera ci mostra la platea durante la prima a cui era presente anche il regista e tutti i personaggi. È stato un gioco di trame, intrecciate a creare questa storia senza nome.
Non so perché questo film si intitola così, forse le storie erano così tante che non si è voluto dare un nome a nessuna. 

Valeria è sicuramente il mio personaggio preferito anche se poi non ho gradito molto la sua trasformazione, si è tolta gli occhiali e ha sistemato i capelli per omologarsi a tutte le altre anche se in fondo rimane sempre la stessa. Mi piaciuto molto il suo modo di vivere, praticamente in casa della madre e praticamente all’ombra di quello sceneggiatore che lei ama senza essere corrisposta. Una bella tematica, uomini che sfruttano le donne, lo sceneggiatore che non prova sentimenti per nessuna ma le usa tutte.

Altro personaggio interessante è l’investigatore, Albert, mi è piaciuto questo suo modo di organizzare il tutto, fare in modo che la mafia si preoccupasse per il film in uscita tanto da spostare il quadro che nascondevano. Secondo me è una bella idea geniale, penso che se questo film fosse stato fatto in America sarebbe venuto anche più grandioso, non lo so ma mancava qualcosa, la trama era così fitta che serviva forse più tempo per spiegarla meglio.

Una cosa che non mi è piaciuta per niente è stata la relazione di Valeria con Riccardo, completamente inutile. Lui protagonista del film in creazione ma anche in combutta con la mafia la seduce per prendere le prove che lei è la sceneggiatrice ma poi non fa più niente perché se ne innamora. Io non trovo nessun amore nel loro interagire, non è assolutamente trasparso, Valeria si è comportata in un modo imprevedibile, il suo personaggio era stato creato in modo tale che non sarebbe mai andata con un uomo al volo. Sembra quasi una relazione fugace messa li per creare questa scena che poi non serve a niente.

La storia del padre ritrovato è un po’ un cliché però non ci sta così poi male. Non ci sta neanche male il fatto che abbia finto di morire. Molto spy story.

La parte un po’ più confusionaria è forse quella all’interno di palazzo Chigi in cui avviene la compravendita, quella è stata un po’ troppo sbrigativa ma il film era già durato abbastanza.

Ad ogni modo mi ha sorpresa il fatto che il regista non abbia voluto far finta di ritrovare il quadro, perché non ha osato di più? Infondo cosa ce ne frega se nella realtà non sappiamo dov’è? La finzione è tale che ci permette di fingere e staccarci dalla realtà troppo spesso deludente. 
Invece la treccia delle trame sta sempre ben salda alla realtà, è quello il filone principale su cui poggiano gli altri due, quello della trama del film e quello della trama del film nel film.

Per concludere ho apprezzato questo film, anche se si è rivelato diverso da quello che mi aspettavo dal trailer però è stato originale, non avevo mai visto niente di simile, una treccia di trama, innovativa e che va oltre ogni aspettativa.

Tolgo una stella perché a volte mi sono sentita un po’ troppo per le strade della mia città, quella sensazione che mi danno spesso i film italiani, di non essere in un altro mondo.

Tolgo un’altra stella perché Valeria cambia radicalmente il suo aspetto senza un motivo comprensibile. Ho capito che si confronta con le altre che la circondano ma non mi sembra il tipo da omologarsi. Viene presentata come una ragazza semplice e piena di fantasia, un’artista che non dà importanza all’aspetto che piace agli altri ma a quello che piace a se stessa, con gli occhiali e i capelli arruffati. Improvvisamente si mette i capelli tirati indietro, si toglie gli occhiali e si mette rossetto brillante? Non sta in piedi ed è un vero peccato non sembra più la ragazza che scrive delle sceneggiature da favola. Chi si omologa perde la fantasia, dato di fatto.
Ma poi alla fine, Valeria continua sempre a scrivere all’ombra di Alessandro? Sembra di sì, giustamente.
Da rivedere.

 

 

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