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giovedì 25 ottobre 2018

Review: Pet Sematary

Pet Sematary Pet Sematary by Stephen King
My rating: 4 of 5 stars

“Il terreno del cuore di un uomo è più roccioso.”

Voglio iniziare da questa frase che viene ripetuta più di una volta lungo il corso del libro. È Jud a dirlo a Louis quando lo porta al cimitero dei Micmac. Possiamo dire che non è vero? Sono stata sempre fermamente convinta che gli uomini sono diversi dalle donne ed è forse proprio nel più profondo, che possiamo chiamare cuore, che c’è la differenza maggiore: loro hanno il terreno più duro dove magari germogliano meno emozioni però è più resistente alle intemperie.

La storia è prettamente maschile, l’unica donna è Rachel che comunque è solo accessoria, fa parte della famiglia di Louis ma non è che ha molta potenza nella storia, non ha neanche un lavoro. C’è anche Ellie ma anche lei è solo una presenza per comporre la famiglia di Louis.
I personaggi sono creati in modo perfetto, li vediamo evolversi, partono da una situazione iniziale ed è come se anche noi fossimo lì nel momento del trasloco, vediamo questa famiglia scendere dalla macchina e conoscere i loro nuovi vicini. Anche i vicini, sono veri, sono concreti e respirano, questa è la potenza dei libri Stephen King ed è una delle ragioni per cui li amo particolarmente. I personaggi sono di carne e non di carta, non sono delle pedine messe lì solo per parlare e dire delle battute, no sono persone che si trovano ad affrontare delle situazioni con la loro storia alle spalle e con la loro testa sulle spalle, perché pensano e hanno sentimenti. I personaggi poi non sono sempre uguali ma si evolvono nel senso che cambiano in base alle circostanze, non si comportano in modo statico, ma reagiscono a quello che succede proprio come farebbe una persona vera.

Il paesaggio, il set, la casa di fronte a quella del vicino con in mezzo la statale attraversata da migliaia di camion e poi sul retro il sentiero che porta al cimitero degli animali, sentiero che è interrotto da una catasta di legna morta ma magica perché prosegue verso il cimitero dei nativi. Leggendo ci si figura tutto benissimo nella testa, tutto vivido, neanche come una cartolina ma proprio come se anche noi fossimo lì come se uscendo di casa vorremmo trovare quel sentiero e andare a vedere queste tombe disposte a spirale. Stupendo luogo mistico, il doppio cimitero, coinvolgente e anche emozionante perché è carico di tensione, è un luogo pieno di magia e noi vogliamo solo esplorarlo.

Poi ovviamente c’è anche il gatto perché la famiglia arriva con il loro gatto Church, e possiamo dire che è questo il motore scatenante di tutto, se loro non avessero avuto un gatto non sarebbe successo niente. Per quanto riguarda gli animali in scena sono sempre un po’ scettica perché soffro terribilmente nel vedere le sofferenze degli animali soprattutto se domestici. Questa volta però è diverso, anche un amante degli animali potrà senza senza fatica leggere questo libro anche se si intitola il cimitero degli animali. Fidatevi. Ovviamente dovete essere pronti ad aprire la mente e qualcosa di trascendentale perché qui il pensamento “normale” non funziona. E così il povero gatto viene preso sotto e in quel momento Louis entra far parte se così possiamo dire di una spirale di leggende e tradizioni che facevano parte di quel luogo ovvero tutti sapevano del cimitero degli animali e quasi tutti di quello degli dei Micmac. Per quanto riguarda i nativi, sono sempre presenti anche se non si vedono mai. Fondamentale il loro leggendario Wendigo, un mostro che quando ti tocca ti instilla il cannibalismo cosicché una volta che la popolazione nativa fu costretta a mangiare alcuni componenti della tribù i cadaveri dei mangiati messi in quel cimitero lo resero poi impraticabile.

La strada dal cimitero degli animali al cimitero Micmac è descritta in maniera divina, cammini tu stesso per il bosco che è anche più fitto e senti le voci e vedi le facce e poi c’è la palude e devi stare attento a non caderci perché poi ci sono delle piante strane che non crescono in nessun altro luogo. Raggiungi tu lettore poi i gradini di pietra che sono 45 e arrivi a un altopiano ma non è un altopiano perché era una collina e Micmac l’hanno resa piatta in cima per poterci fare questo cimitero in cui uomini e animali venivano seppelliti insieme. Ecco che i nativi vengono presentati in una maniera rispettosa, seppellivano gli animali con gli umani cose che qui non succederanno mai, ma viene detto come se loro avessero capito delle cose che i non nativi non riuscivano ancora a comprendere.

Tutto va benissimo nella prima parte, anzi va sempre per il meglio perché la vita di Louis non fa che migliorare, sono felicissimi. Adoro quei momenti nei libri di Stephen King in cui c’è scritto più o meno parafrasando: erano così felici insieme (mi riferisco alla scena dell’aquilone, di Louis con Gage) stavano benissimo ma il piccolo non sapeva che gli restavano due mesi di vita. Alla faccia dei romanzi rosa. Ma non è questa la vita? Non è questo che rende emozionanti tutti i romanzi? Non sono tutte favole, non sono tutti baci e abbracci, è vita vera in cui si esplora anche l’arcano perché per quanto ci si sforzi di rimanere nel normale le tenebre con tutti i loro misteri sono sempre dietro l’angolo, e proprio queste vengono esplorate, le tenebre vicino a noi. Ovviamente non ci sarà un cimitero degli animali stregato vicino a casa nostra ma quanti si sono ritrovati a pensare al proprio animale scomparso quando hanno letto di questo cimitero? Quanti si sono chiesti: ma io ce l’avrei portato? E poi vengono giù tutte le credenze instillate dalla Chiesa, lasciamo riposare i cadaveri eccetera eccetera. Però poi la Chiesa ci viene a dire che Gesù ha fatto risorgere Lazzaro e proprio questa scena viene ripetuta parafrasata all’inizio di ogni parte del libro. Molto interessante perché uno la legge così al volo e non ci pensa a quello che vuol dire, ma è una scena molto famosa. Mi è piaciuto anche quello che ha detto l’insegnante della scuola domenicale: Gesù ha detto Lazzaro alzati perché altrimenti si sarebbero svegliati tutti. Eccezionale.

L’unico motivo per cui ho tolto una stella (e stavo per concludere il libro dandone cinque) è per Church. Non lo doveva uccidere alla fine, se lo doveva tenere perché comunque Church aveva cominciato ad apprezzarlo per quello che era ritornato. Li proprio non mi è piaciuta così tanto che ho tolto una stella. Mi va bene che è andato a mettere Rachel dai Micmac però io avrei scelto un’altra soluzione: Rachel brucia morta come Jud e Louis non uccide Gage che lo rispetta e se ne vanno in Florida così come aveva pensato Louis precedentemente (con Church ovviamente). Certo io non sono nessuno per dire queste cose però mi sentivo di volare con la fantasia.
Louis con i suoi due ritornati prende la macchina e fugge e vanno a Orlando in Florida così come lui sempre sognava. Però non suona proprio male. Tanti saluti Rachel e Ellie.

A parte le mie patetiche fanart su questa storia ormai entrata nel culto posso dire che è un libro perfetto, scorre sempre, non annoia mai ma anzi è sempre più interessante proprio come una spirale si va sempre più vicino al centro ovvero al centro del cimitero. Il finale è ovviamente aperto e manca solo il povero gatto per renderlo perfetto.
Un libro scritto da un altro sarebbe finito con Louis che si suicidava e lasciava Rachel nella casa a bruciare ma qui si osa, e per questo si va a finire nella storia.

Penso proprio che con questo libro lo scrittore abbia espresso il suo più vero stile, mi sembra a volte che con quelli nuovi si trattiene un po’ di più, qui c’è tutta la sua genialità, la sua capacità di uscire da qualsiasi cliché, non ce n’è neanche uno e non ne sentiamo il bisogno. È un libro realistico (si, esatto), da rileggere, più e più volte perché non stancherà mai, come un film che ti piace vedere all’infinito.

A proposito di film, ce n’è uno dell’89 e uno nuovo in uscita. Quello dell’87 non l’ho ancora visto ma ora mi accingo ben presto a guardarlo e spero che non vada a finire come sempre anzi come spesso accade quando i libri di King vengono riportati sullo schermo: perdite immani, storie che erano pulsanti di vita e grondanti di tenebra vengono ridotte a qualcosa di più normale, asettico e commestibile a tutti. Dopo tutto i libri sono (dovrebbero essere) più potenti dei film perché ci permettono di vedere nella mente dei personaggi (quando sono scritti bene) ed è per questo che sono pronta ad affrontare probabili perdite ma non posso fare pronostici.
Rachel che torna con la bocca piena di terra e dice “caro”, ci credo che viene l’aquilina in bocca ad ogni regista lungimirante.


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