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mercoledì 17 ottobre 2018

Opera Senza Autore

 

Opera Senza Autore

 

Titolo originale 🎥 Werk ohne Autor
Titolo inglese 🎥 Never Look Away
Lingua originale 💬 tedesco
Regia 🎬 Florian Henckel von Donnersmarck
Produttore 💵 Quirin Berg, Florian Henckel von Donnersmarck, Jan Mojto, Max Wiedemann
Sceneggiatura 📄Florian Henckel von Donnersmarck
Musica 🎵 Max Richter
Fotografia 📷 Caleb Deschanel
Montaggio 🎞 Patricia Rommel
Casa di produzione 💵 Pergamon Film, Wiedemann&Berg Film
Distribuzione Italia 🎟 01 Distribution
Durata ⏱ 188 minuti
Paese 🌍 Germania
Anno 📆 2018
Data uscita:
4 Settembre, 2018 (Venezia)
3 Ottobre, 2018 (Germania)
3 Ottobre, 2018 (Italia)

Note
La storia è ispirata alla vita del pittore tedesco Gerhard Richter, nato a Dresda nel 1932, passato a Ovest dalla Germania sovietica.

 

 

Cast

 

* Tom Schilling: Kurt Barnert
* Sebastian Koch: Prof. Carl Seeband
* Paula Beer: Ellie Seeband
* Saskia Rosendahl: Elisabeth May
* Oliver Masucci: Prof. Antonius van Verten
* Ina Weisse: Martha Seeband
* Florian Bartholomäi: Günther May
* Hans-Uwe Bauer: Prof. Horst Grimma
* Ben Becker: Vorarbeiter
* Antonia Bill: Krankenschwester
* Rainer Bock: Dr. Burghart Kroll
* Jonas Dassler: Ehrenfried May
* Lars Eidinger: Ausstellungsführer

 

 

Riassunto


In Germania, nel 1949, il piccolo Kurt e sua zia vanno a vedere una mostra d'arte in città e poi tornano a casa. La zia Elisabeth sa che il piccolo Kurt adora disegnare, ha una predilezione per l'arte, ed è per questo che ce l'ha portato. Di ritorno a casa scesi dall'autobus al capolinea Elisabeth si ferma davanti agli autobus allineati e chiede agli autisti seduti al posto di guida in pausa di suonare tutti insieme il clacson, non sembra essere la prima volta perché tutti lo fanno senza pensarci. Elisabeth è soddisfatta in mezzo a quel frastuono, sente qualcosa chiaro solo a lei, mentre Kurt la guarda allibito.

Una mattina mentre Kurt disegna mostrando una dote nascosta al piano di sotto della casetta in campagna dove abitano Elisabeth suona nuda il pianoforte. Poi sembra fissarsi su una nota mentre Kurt è sceso per fissarla. Suona quella nota ancora e ancora poi prende un posacenere di vetro e lo schianta sul tavolino, pensando di riprodurre quella nota. Poi fa lo stesso sulla sua testa, si colpisce ancora e ancora fino a sanguinare. In quel momento arrivano la madre e la nonna che sono costrette a portarla in ospedale per medicare la ferita alla testa. 

Poco tempo prima a Berlino si erano riunite delle s.s. comandate da un certo Dr. Burghart Kroll che le guidava secondo le sue idee estremiste di eugenetica: gli ospedali non potevano essere occupati da malati mentali, handicappati e tutti coloro che non si meritavano le cure. Questi stavano occupando posti letti designati ai soldati. La sua squadra di s.s. avrebbe dovuto scegliere chi era degno di essere curato senza farsi scrupoli di mandare i casi più aberranti a morire nei centri specializzati, ovvero nelle camere a gas. Per via di queste leggi tutti i dottori erano obbligati a segnalare i casi di malattie mentali e Elisabeth ne era un chiaro esempio. La nonna cerca di persuadere il giovane dottore di turno a non segnalarla dicendo di conoscere i suoi genitori. Questo inizialmente accetta ma appena le donne se vanno allerta le autorità.
Ben presto i dottori vengono a prendere Elisabeth e la caricano a forza su un pulmino sotto lo sguardo rattristato dei suoi fratelli, di Kurt, della madre, della nonna e degli zii.

Il programma del Dr. Burghart Kroll prevedeva che tutta questa gente ritenuta pericolosa per l’evoluzione della razza venisse sterilizzata. Elizabeth viene così portata prima nella clinica ginecologica, dove conosce il dottor Seeband, che si sarebbe occupato della sua sterilizzazione subito dopo la visita di valutazione. Appena Elisabeth scopre il suo destino scoppia il lacrime e prega in ginocchio il dottore di non farlo, di risparmiarla. Il dottore è però irremovibile, non solo conferma la sua sterilizzazione ma decide anche di mandarla alla camera a gas. Seeband però perturbato decide anche di non fare lui stesso l’operazione, delega a un suo collega.

Quando i parenti di Elisabeth vanno a trovarla non la trovano, l’hanno già mandata nel centro specializzato che porta alla morte. Dopo un po’ di tempo infatti Elisabeth insieme ad altri malati tra cui pazienti affetti dalla sindrome di Down vengono condotti senza pietà in una camera a gas e sterminati per poi essere bruciati.

Passano alcuni anni e una notte arrivano aerei russi che lanciano bombe e distruggono la città compresa la clinica dove lavorava il dottor Seeband. Durante l’attacco vengono uccisi anche fratelli di Elisabeth. I russi perseguitano subito le s.s. e catturano anche il dottor Seeband. Al centro militare russo il comandante lo sbatte in malo modo in cella. Seeband lo convince a dargli la possibilità di salvare una donna: la moglie il comandante sta per partorire ma ha delle serie difficoltà che solo un ginecologo come Seeband potrebbe risolvere. Convinto il comandante Seeband salva la madre e il bambino ottenendo un’eterna gratitudine da parte del comandante che d’ora in avanti decide di proteggerlo. Il comandante e gli chiedo se sa dove si nasconde il Dr. Burghart Kroll ma Seeband finge di non saperlo.

Nel frattempo Dresda in macerie cerca di risorgere ma nessuno è più disposto a dare un un lavoro decente al padre di Kurt un tempo affiliato ai nazisti, non perché ci credeva ma per salvarsi. Kurt inizia a lavorare in una serigrafia mentre suo padre ottiene solo di pulirne le scale. Kurt continua a mostrare il suo talento nel disegno e il padre decide di mandarlo in Accademia di arte per studiare pittura. Qui Kurt conosce, nel reparto moda, Elisabeth che lui decide di chiamare Ellie, hanno subito un’intesa particolare e iniziano una relazione segreta.
La casa di Ellie è in perfette condizioni nonostante i bombardamenti e i due si incontrano li. Una notte all’improvviso tornano a casa i genitori di Ellie che si rivelano essere proprio il dottor Seeband e sua moglie Martha. Mentre Kurt esce di soppiatto dalla finestra Martha lo vede ma non dice niente a suo marito. Il dottor Seeband deve affittare per legge una stanza avendo una grande casa, Ellie lo dice Kurt e così riesce ad andare a vivere da lei.
All’Accademia Kurt non si sente realizzato, l’unica arte proposta e possibile è quella comunista che esalta il popolo e nega l’io. Il padre di Kurt depresso dalla sua nuova vita si suicida.

La relazione dei due va avanti segretamente sotto lo stesso tetto finché Ellie rimane incinta. Il padre se ne accorge subito anche prima che i due rivelano la loro relazione.  Il dottor Seeband non vuole che la sua linea genetica venga infangata con il sangue di Kurt in cui trova moltissimi difetti e così con un inganno convince la figlia che deve assolutamente abortire. Pratica lui stesso l’aborto in casa supportato dalla moglie.

Poco tempo dopo Kurt e Ellie capiscono che per sfuggire al controllo del padre di lei devono andarsene e passano nella Germania ovest dirigendosi poi a Düsseldorf, dove Kurt può frequentare una scuola d’arte finalmente libera dalle idee comuniste. Qui Kurt incontra Antonius van Verten, un eccentrico professore d’arte che gli concede una stanza tutta sua in cui trovare la sua vocazione artistica, a patto che frequenti le sue lezioni. 
Nel frattempo Ellie lavora in una fabbrica di vestiti e mentre sta lavorando ha un aborto, il dottore le dice che a causa di quell’aborto che le praticò suo padre non potrà più avere figli. Kurt non riesce a trovare la sua vocazione artistica, allora il suo professore Van Verten gli racconta la sua storia: stavo bombardando da un aereo le campagne quando si schiantò uscendone ferito ma vivo. I contadini che avrebbe dovuto uccidere lo salvarono, gli fu spalmato del grasso sulla testa per guarire le scottature e lo avvolsero in pani di feltro per riscaldarlo. Ed ecco perché le sue opere d’arte comprendono sempre e solo sia il grasso che il feltro. Tutto ciò per dirgli che la vera arte è quella in cui l’artista mette qualcosa di sé.

Il padre di Ellie continua a farsi sentire, li invita a cena e poi vedendo Kurt disoccupato e ancora uno studente gli offre un lavoro alla clinica in cui ha ricominciato a lavorare: gli fa pulire le scale.
Il comandante russo chiama Seeband e gli dice che se ne sta andando, torna in Russia quindi non lo avrebbe più protetto. Per l’ultima volta di chiedere se sa dove si trova Burghart Kroll ma il dottor Seeband nega.

Un giorno mentre Seeband è a cena fuori con Kurt arriva un ragazzo dei giornali che sbandiera una nuova prima pagina: hanno arrestato Burghart Kroll, il vecchio capo di quel gruppo di s.s. che organizzava la morte dei malati. In prima pagina c’è anche la foto dell’uomo che viene scortato dalla polizia. Kurt ha un illuminazione artistica, ispirato da quella foto sul giornale, la porta nel suo laboratorio e la riproduce su tela dandogli un effetto sfuocato. Kurt poi trova anche altre foto, tra le quali ce n’è una di lui da piccolo con sua zia. Riproduce alla perfezione anche questa e decide di sfuocarla. Il suocero gli aveva dato delle fototessere per il suo passaporto che avrebbe dovuto portare agli uffici per lui. Sempre ispirato Kurt decide di riprodurre anche le fototessere del suocero e osservando questi suoi nuovi quadri vicini nella sua stanza, li mescola in un unico in cui si sovrappongono la foto di lui da piccolo con la zia con il suocero e poi anche con Burghart Kroll. Elisabeth in una stessa tela insieme agli uomini che la portarono alla morte, anche se Kurt non lo sa. 
Quando Seeband passa nel suo studio per il passaporto, vede quello che Kurt ha creato rivive quella scena in cui Elisabeth in lacrime lo supplicava. Seeband si sente male e se ne va. 
Quando torno a casa Kurt viene accolto da Ellie che gli dice che è finalmente incinta, avranno un bambino.

Alla scuola d’arte un facoltoso compagno di Kurt gli propone di organizzare una galleria con tutte le sue opere, che hanno colpito anche loro eccentrico professore. 

All’esposizione c’è anche la stampa e Kurt viene intervistato da molti giornalisti che gli chiedono che significato quelle foto abbiano per lui. Kurt nega qualsiasi significato nascosto, dice che sono solo istantanee di vita, non hanno senso per lui, che ha solo ritenuto opportuno riprodurle in quanto ha sempre pensato che le foto fossero dei ritratti della realtà più veritieri dei dipinti. Non sono situazioni e persone che conosceva e quindi è come se quell’opera, quelle opere che presentava fossero state senza autore, non si riferiscono a nessuno. In verità c’erano anche foto per lui significative: la foto tessera era di Seeband, poi foto di Ellie da piccola, di lui da piccolo...

Kurt è soddisfatto, tornando a casa passa davanti al capolinea degli autobus, vedendoli tutti lì riuniti viene travolto dal ricordo di sua zia. Senza pensarci chiede agli autisti li seduti di suonare per lui il clacson all’unisono. Lo fanno e Kurt lì in mezzo si sente bene come si sentì tanti anni fa sua zia Elisabeth, soddisfatto e felice.

 

 

Commento 

Ero un un po’ preoccupata, tre ore di film, l’unica altra volta che le avevo affrontate ero stato con Titanic. Così come era successo prima anche questa volta il film è filato via liscio senza problemi. La trama e la composizione del film hanno fatto sì che tre ore non siano state pesanti, tre ore mai noiose ma anzi interessanti. Anzi effettivamente sarebbe stato deleterio per la potenza del messaggio accorciare il film, per trattare alcune vicende ci vuole del tempo e dirle più velocemente le sminuisce. Cosicché i tempi sono stati giusti, si sentiva che erano tre ore ma si stava bene a guardare il film.
Non solo la trama è stata piacevole ma anche interessante perché ancora una volta la mia ignoranza è stata in parte sanata. Il film si basa tutto su una vicenda accaduta ad Elisabeth, la zia del protagonista, Kurt, quando questo è ancora piccolo. Le s.s. avevano deciso di sterminare tutta quella parte di popolazione non perfetta che prevedeva comprendeva malati di mente e handicappati (e altri). Il piccolo Kurt affezionato alla zia la vede strappata dalla casa in cui viveva per essere internata a causa di un suo fare un po’ diverso dal normale. L’ordine era inizialmente di sterilizzare tutta questa gente ma poi le s.s. riunite a Berlino dal dottor Kroll avevano da poco deciso di sterminare completamente tutti coloro che non erano ritenuti degni di occupare un posto in ospedale. Interessante è stato il contatto tra la paziente Elisabeth e il dottor Seeband, sempre fermo nelle sue convinzioni di una vita le ha viste un momento vacillare, impressionato dalle lacrime di lei che mostravano l’effettiva crudezza di quello che stavano facendo. Sebbene lui aveva in programma di sterilizzare Elisabeth dopo averla vista supplicarlo disperata non ce l’ha fatta. Ha delegato. Ciò vuol dire che spesso gli uomini sopiscono il loro senso del bene per salvarsi la vita, il dottor Seeband ha usato tutte le sue abilità cliniche prima per stare con le s.s. e poi per stare con i russi, si è salvato la vita sempre adeguandosi. Anche questo è un messaggio, cosa vuol dire? Gli ideali sono sempre ben in vista ma all’occorrenza vengono messi da parte.

Non è certo questo il momento di discutere sulle s.s. (argomento ormai tabù) anche se non conoscendo questa pratica eugenetica mi ha fatto poi pensare. Tutti i dottori erano obbligati a segnalare i casi di malattie mentali perché la schizofrenia è genetica e malattie ereditarie, lo Stato voleva assicurarsi una popolazione sana. L’unica cosa che mi permetto di esternare: se non fosse stato per le camere a gas, come idea era davvero tanto sbagliata? Siamo sicuri che fare in modo che chi nasce non è malato è sbagliato? Certo non sono cose da decidere con leggerezza ma se due genitori sanno che il figlio verrà sicuramente malato perché lo devono concepire? Solo per una soddisfazione personale di dire “siamo genitori”? Se l’uomo riuscisse a pensare non avrebbe neanche bisogno della sterilizzazione coatta, dovrebbe essere naturale volere il meglio per il proprio figlio. 

Kurt cresce ma l’immagine della zia che viene portata via gli rimane nella mente anche se è sfocata. Elisabeth era solita dirgli “non distogliere mai lo sguardo”. Anche questo è un messaggio chiaro. Tutti sono abituati a guardare dall’altra parte, per evitare problemi, le camere a gas non hanno prosperato proprio grazie a sguardi distolti? Proprio non distogliendo lo sguardo infine Kurt trova la sua passione, trova la sua arte, nelle istantanee di vita che trasforma in dipinti. 
Non sono di solito una grande appassionata di storie d’amore cinematografiche ma devo dire che questa è stata creata molto bene, un intreccio ponderato: i genitori di Ellie erano il dottor Seeband e Martha, una donna piuttosto patetica che non si voleva accorgere che il marito la tradiva nella sua stessa casa con la governante. Martha poi ha acconsentito a fare abortire la figlia dal marito proprio in casa per stupide credenze di linea genetica in cui lei neanche credeva. La salvaguardia della linea poi non c’entrava più, il padre voleva solo controllare la figlia. 
(Forse è per questo che quello che sembrava basato su un’idea ponderata è scaturito in una carneficina.) 
Che dire poi dei liberatori, i russi, che si sono insinuati con la loro ideologia, il comunismo. Decisamente significativa quella parte della storia in cui Kurt in Accademia di arte era obbligato a dipingere solo idee comuniste, il professore stesso gli aveva vietato di pensare a se stesso, l’arte doveva esaltare solo il popolo e non le idee dei pittori. Ed è esattamente l’antitesi del pittore e dell’artista che con la sua opera vuole esprimersi e non rappresentare concetti comuni. Infatti a Düsseldorf  van Verten gli dice l’opposto, capisci cosa ti definisce per riuscire ad esprimerti.

Il padre di Ellie è costantemente sopra di loro, li controlla tanto da dare a Kurt anche lo stesso lavoro che era stato assegnato fatalmente al padre dopo l’arrivo dei russi: pulire le scale. Il padre di Kurt era un insegnante che si è visto negare la possibilità di riprendere la sua professione dopo la liberazione in quanto per salvarsi la vita si era affiliato ai nazisti senza però condividerne gli ideali. Quando l’unico lavoro che riesce a trovare per quella sua scelta è pulire le scale si impicca. Sapendolo il padre di Ellie trova lo stesso lavoro per il genero, ennesimo colpo basso. Ma Kurt non è come il padre e riesce a fare buon viso a cattivo gioco, pulisce le scale mentre manda avanti la sua vita amorosa e artistica. 
Il padre di Kurt è l’antitesi del padre di Ellie, il padre di lui non era riuscito nell’arte di cambiare affiliazione in base all’occorrenza, mentre Seeband proprio con questo suo adeguarsi si era salvato.

Grazie all’arte Kurt riuscirà a togliersi di mezzo per suocero. Senza neanche conoscerne la vera potenza Kurt compone il dipinto fatto da una sovrapposizione di immagini di Seeband, di Elisabeth e di Kroll. Kurt non sapeva che erano proprio loro i responsabili della morte della sua adorata zia ma quando questo dipinto prende vita, Kurt ne percepisce la potenza. Quando Seeband lo vede ne rimane folgorato. Si ricorda di quella ragazza che in lacrime lo pregava di lasciarla andare e viene travolto forse per la prima volta dalla consapevolezza di quello che effettivamente stava facendo. Forse sarà stato solo un momento fugace ma lo ha stordito.

Il finale è perfetto in quanto è simile all’inizio: il cerchio si chiude. 
All’inizio del film quando Kurt era piccolo guardava perplesso sua zia che adorava porsi in mezzo agli autobus fermi al capolinea e sentirli strombazzare all’unisono come per trovare la giusta vibrazione, la giusta nota, armonia che fosse quasi una intrinseca spiegazione di tutto. 
Alla fine del film Kurt, ormai un pittore affermato con una famiglia, torna a casa e vede una schiera di autobus fermi a capolinea. Decide di fare esattamente come sua zia molti anni prima: se da piccolo non aveva capito il suo gesto ora lo sperimenta e riesce a capire. Forse la pazzia non è una malattia, forse Elisabeth non era neanche pazza ma solo capace di non distogliere lo sguardo.


 

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