我须是很坚强


Pagine

giovedì 4 ottobre 2018

Review: Lezioni di tenebra

Lezioni di tenebra Lezioni di tenebra by Helena Janeczek
My rating: 4 of 5 stars

Sono stata contenta di aver letto questo libro. Ha fatto bene la scrittrice a scriverlo, raccontare la sua esperienza e quella della madre. Lo reputo uno di quei libri che dovrebbero essere letti a scuola ma non nel senso che il professore lo dà in pasto agli studenti e poi dice: i tedeschi hanno ucciso gli ebrei. No, perché a me è successo così ma con il libro: il diario di Anna Frank. Non è che mi è rimasto molto e non molto ho capito così che sono arrivata al giorno d’oggi sapendo quasi niente. Certo tutti sanno a grandi linee cosa successe ma saperlo così non ha molto senso. I libri di storia dicono molto meno di quello che si può leggere in questo libro di Helena e la madre di Helena non non le ha neanche raccontato molto. Anzi quasi niente.
Penso che sia necessario divulgare queste esperienze, certo ci sono stati anche altri crimini nel corso della storia (se così li vogliamo chiamare) ma c’è stato anche questo. Non sono molto ferrata sull’argomento e voglio dare la colpa alla scuola, non mi hanno detto queste cose importanti durante tutte quelle ore sui banchi a studiare la cosiddetta storia, si comincia sempre analizzando nei minimi particolari quello che è successo agli egizi per poi arrivare all’ultimo giorno di scuola a fare epoche più moderne. Ci sarà anche Internet ora ma reputo che il programma di storia vada leggermente corretto e senza opinioni di storici, dobbiamo sentire le opinioni di chi le ha vissute le guerre.
Cercando delle foto su Internet di Auschwitz non ne ho trovate molte, come se si voglia celare, come si fece quella volta. Ancora ingenuamente e in modo piuttosto infantile mi chiedo come sia stato possibile, posso capire la follia di uno che guida altri folli ma tutti gli altri intorno che li guardano? C’è qualcosa che non va. Gli umani danno prova di non riuscire ad andare d’accordo gli uni con gli altri e se non ci sono problemi li creano. Non riesco a capire perché sia iniziato tutto e né come sia stato possibile non fermarlo prima, subito.
Penso che a scuola bisognerebbe dare anche particolari come quelli del gas utilizzato, lo Zyklon B, ideato poi da un ebreo. La madre di Helena quando durante la visita guidata lo vede scoppia in lacrime. Noi che leggiamo non riusciremo mai a capire quella sensazione, certo si può dire ti capisco ma in realtà non capisci niente. Gli ebrei venivano sottoposti a questo gas a cui era stato tolto l’agente irritante così che non si accorgevano neanche di morire soffocati.
Leggendo e leggendo questo libro mi sono resa conto che dipende tutto allora come ora da il punto sulla Terra in cui nasci, e anche da chi ovviamente: uno che nasce per esempio (per rimaner attuali) su un barcone non avrà certo le stesse possibilità del figlio di Kate.

Un libro scritto in modo non lineare, le sequenze narrative si intrecciano con flashback, ricordi di vita vissuta, conversazioni tra Helena e la madre. Poi la storia si srotola o ogni linea temporale risulta chiara. Una storia semplice che pone come argomento principale un rapporto tra madre e figlia con una madre disperata per aver perso la madre, per averla lasciata dopo essere fuggita durante la deportazione. Che poi sia stata presa anche la madre di Helena non è bastato a lenire il suo senso di tradimento che porta con se tutta la vita. Anche nei rapporti con la figlia Helena non riesce ad essere amorevole come forse vorrebbe. E pure Helena la ama perché a modo suo le ha insegnato molto.

Mi è piaciuto molto il capitolo finale sulla bambinaia, che fa riflettere su come certe persone che sono con noi molti anni poi se ne vadano silenziosamente senza farsi sentire come se avessero capito che gli altri li considero meno importanti. Eppure Cilly per quanto avessero detto che non era una di famiglia è stata per 16 anni più vicino ad Helena della madre. A volte la famiglia è importante ma servono anche gli altri. Helena infatti si è allontanata dalla sua famiglia a Monaco per vivere la sua vita e trovare la sua strada in Italia.
Mi ha preso davvero un senso di tristezza per questa bambinaia, che ha fatto il suo lavoro con pazienza e dedizione e poi si è allontanata. Io forse non ce l’avrei fatta a dimenticarla così in fretta, anche se forse Cilly lo ha ritenuto normale, non come una punizione. Indicativo poi il fatto che lei sia tedesca e si è occupata non solo di Helena ma di anche altri due bambini ebrei.
Poi quando ha rimandato addirittura il plico dei suoi disegni ad Helena mi sono sentita ancora più sconsolata, non sto facendo altro che sperare che le due si incontrino di nuovo per riallacciare una tardiva amicizia.

Forse è stata proprio la presenza di questa bambinaia a rendere la madre di Helena ancora più dura nei confronti della figlia, avendo dato la precedenza al suo lavoro ha perso l’infanzia di Helena, anni che comunque non ha potuto più riprendersi. La sua frustrazione l’ha riversata sulla figlia con un comportamento molto duro, ma se non l’avessi amata non si sarebbe pentita di averla lasciata a Cilly.


Un libro che consiglio a tutti, a chi è più ferrato sull’argomento Auschwitz ma anche a chi non sa niente come me, scintille che possono indurre ad ampliare la propria conoscenza. Dire che la conoscenza del passato ci può evitare di fare gli stessi errori e sono una favola, gli stessi errori vengono fatti continuamente ma ciò non vuol dire che ci dobbiamo dimenticare di chi è stato trattato in tale modo inutile negare che leggendo delle camere a gas ognuno tiri un sospiro di sollievo per non essere stato lì in quel momento.


View all my reviews

Nessun commento:

Posta un commento